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Roma 2008 - Santiago - L’occhio sul mondo

Pubblicato il 30 ottobre 2008 da Chiara Piccolantonio


Roma 2008 - Santiago - L'occhio sul mondo

Santiago è un documentario che parla della mancata realizzazione di un film. Le riprese, infatti, iniziarono nel 1992 ma il regista, allora, non riuscì a completare il lavoro. Nel 2005 tornò sul posto per cercare di comprenderne le ragioni e si ricordò di Roteiro Santiago, il maggiordomo della casa in cui è cresciuto. Questi, affascinante e curioso personaggio dotato di vasta cultura, lasciò un segno importante nella storia della sua famiglia. Riflettendo sul passato, sull’identità e la memoria, il narratore svela il segreto del film.
Ritratto in bianco e nero quindi del maggiordomo di casa Salles, attraverso di lui Moreira Salles fa una riflessione sull’arte e sui limiti della finzione.
La famiglia Salles in Brasile è molto rinomata : banchieri mecenati, da sempre impegnati sul fronte della cultura. La villa edificata da Salles padre nel cuore di Rio, è oggi una fondazione dedicata alla fotografia. E l’arte è quindi la storia, la memoria di Joao Moreira Salles, cui "Occhio sul mondo" dedica un omaggio. E’ regista, fotografo, montatore nonché produttore attraverso una compagnia fondata con il fratello Walter. Il loro è un impegno totale, teso a investire su prodotti difficili come il documentario di Eduardo Coutinho Jogo de cena presente a Roma. Moreira Salles esprime tuttavia il meglio di sé nei documentari realizzati nel corso degli anni. Tra i tanti, oltre Santiago, vanno ricordati i tre episodi presentati sempre in rassegna al Festival di Roma Futebol I-II-III realizzati nel 1998 sul valore sociale del calcio in Brasile, e Nelson Freire, del 2003, sul grande pianista brasiliano.
Interessante inoltre ricordare l’incontro sul documentario brasiliano dopo la presentazione del film Santiago tra i due grandi documentaristi Eduardo Coutinho e Joao Moreira Salles. Ancora relativamente sconosciuti dal grande pubblico, i documentarsti spaziano tra innovazione e ricerca trovandosi spesso a lavorare con budget abbastanza ridotti. I due registi, permettendoci di esplorare il percorso evolutivo della cinematografia brasiliana, si concentrano su come Il cinema latinoamericano si fosse caratterizzato, soprattutto negli anni Settanta, per il suo carattere di militanza, di denuncia della situazione sociale e politica, con particolare riguardo alle gravi condizioni in cui versavano i contadini e le classi lavoratrici. Poi, spostandosi negli anni Ottanta e Novanta, affrontano il problema della latitanza del cinema stesso ; le produzioni rallentarono e i film persero la capacità di leggere una realtà tanto complessa. Ma, da una decina d’anni, ai festival internazionali alcuni film prodotti in Brasile cominciano a farsi notare e a far conoscere una nuova generazione di registi. Non è più un cinema dichiaratamente ideologico : il mondo reale entra nello schermo con le sue varie sfaccettature, i grandi mutamenti in atto, sia in campo politico che in quello sociale. I ceti medi stanno crescendo, si sta formando una forte borghesia autoctona ; appaiono nuove forme di povertà, cambiano le aspettative, le tensioni e i conflitti. La democrazia aumenta : ciò significa una maggiore libertà espressiva, la possibilità di rileggere la storia, di denunciare e capire gli errori e gli orrori di un passato recente. A tutto questo si accompagna l’esigenza di uscire dall’isolamento, di aprirsi allo scambio con gli altri paesi. I film distribuiti anche in Italia, quindi, mostrano società in evoluzione, gli squilibri tra le nazioni, le laceranti disparità economiche, le arretratezze ancora diffuse, ma c’è molto interesse anche per le espressioni individuali, c’è il tentativo, di rappresentare le identità dei diversi gruppi sociali nelle loro manifestazioni culturali e ideologiche.
È l’occasione, quindi, di scoprire autori poco noti al grande pubblico, di avvicinare storie e personaggi che appartengono a differenti realtà.


CAST & CREDITS

(Santiago); Regia e sceneggiatura: João Moreira Salles; fotografia: Walter Carvalho; montaggio: Eduardo Escorel, Livia Serpa; produzione: Videofilmes; origine: Brasile, 2006; durata: 80’


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