Roma 2008 - Veronica - L’occhio sul mondo
Siamo giunti al termine della retrospettiva Occhio sul mondo/Focus 2008 con un film che era stato preannunciato come un’anteprima mondiale, ma che in realtà era già stato presentato al Festival di Rio de Janeiro.
Film posto in chiusura di una retrospettiva che ha stupito il pubblico per intensità e acutezza d’indagine, Veronica non tiene però testa ai titoli già proiettati durante la rassegna.
Veronica è un insegnante elementare, frustrata, stufa, annoiata da un lavoro mal pagato e dal vociare sempre più persistente di una classe di bambini che non riesce più a gestire. La donna si trova a vivere in ristrettezze economiche, separata da un marito che fa il poliziotto ma che è un corrotto, disperata perchè non può far operare la madre in una clinica privata e l’ospedale pubblico rimanda di volta in volta l’intervento: non c’è assistenza sanitaria per chi non può permettersela, non c’è aiuto per chi non ha una via d’uscita.
Una sparatoria ed ecco l’irreparabile: entrambi i genitori di Leandro, un bambino della classe di Veronica, vengono uccisi per un regolamento dei conti. Veronica si trova sulle spalle questo bambino che però è a sua volta in pericolo di vita poichè porta con sé ciò che ha condotto alla morte la sua famiglia: le immagini della corruzione della polizia e il traffico di droga gestito con i trafficanti delle favelas.
Inizia così un bellissimo inseguimento e un viaggio dentro i rapporti mancati tra una donna non giovanissima e un bambino. Un percorso interiore verso la maternità, uno esteriore verso la fuga per evitare di essere assassinati.
Mauricio Farias punta al realismo naturalista nell’indagare le pecche di una società ricca di contraddizioni, e lo fa utilizzando delle immagini di intensa granulosità e spesso una macchina da presa portata a mano, nell’inseguire, sempre più da vicino, la fuga di Veronica e Leandro.
Il finale, purtroppo scontato, va a chiudere un’opera che, a differenza delle altre proiettate durante la rassegna, si rifà fin troppo al cinema Hollywoodiano, perdendo quindi, tutto il sapore e la musicalità propria dei film brasiliani. Parecchi i buchi della sceneggiatura, buono comunque l’intento del regista: mettere in mostra una società che abbandona l’individuo, che non lo protegge, nel momento in cui chi lo dovrebbe proteggere (la polizia), è spesso il mandante degli omicidi stessi.
Film di denuncia quindi, film di grande rivincita culturale: oggi i registi brasiliani possono parlare e denunciare le pecche del Sistema senza essere censurati. Le lotte del passato, quindi, hanno portato alla libertà espressiva; non più metafore, non più allegorie come ai tempi del Cinema Novo, e che i registi di oggi, allora, sappiano sfruttare queste grandi conquiste.
Gioia di vivere, musicalità e sensualità non devono essere sviliti a stereotipi. Sono elementi che hanno radici remote e profonde e che se conosciuti, vissuti e analizzati possono diventare il prezioso omaggio del Brasile alla società contemporanea.
(Veronica); Regia: Mauricio Farias; sceneggiatura: Bernardo Guilherme, Maurício Farias; fotografia: José Guerra; montaggio: Fabio Villela; musica: Branco Mello; interpreti: Andréa Beltrão (Verônica), Marco Ricca (Paulo), Matheus de Sá (Leandro), Patrícia Selonk (Aline), Giulio Lopes (Coutinho), Camila Amado (Dona Rita); produzione: Fraiha Produções; origine: Brasile, 2008; durata: 90’