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Still the Water

Pubblicato il 21 maggio 2014 da Giovanna Branca

VOTO:

Still the Water

E’ un ambizioso racconto di formazione Still the Water di Naomi Kawase, che attraverso la storia di crescita ed ingresso nell’età adulta di Kyoko e Kaito tocca nodi fondamentali della vita umana come la scoperta della morte e dell’amore; l’accettazione della fine, della vita come delle relazioni.
In un’isola del Giappone molto lontana dall’ultra-contemporaneità di Tokyo e delle altre metropoli, la vita scorre in base a ritmi molto più tradizionali, come possiamo dedurre dalle primissime inquadrature del film. Una notte Kaito, in riva al mare, scopre il cadavere di un uomo. Il mistero che avvolge questa morte scorre attraverso tutte le fasi del film, in cui quello della morte è appunto uno degli interrogativi ricorrenti. La madre della giovane Kyoko sta morendo, fatto che a Kyoko risulta ovviamente impossibile da comprendere o accettare. La morte nella sua brutalità e angoscia si incarna poi materialmente nelle due uccisioni di caprette che punteggiano il film, che si dissanguano lentamente mentre lo sguardo della regista non fa nessuno sconto allo spettatore ed insiste sulla loro straziante agonia – che sinceramente ci saremmo risparmiati.
Ma c’è anche un più generale senso della fine: quella che ha segnato la relazione tra la madre ed il padre di Kaito, che il figlio a sua volta non riesce ad accettare e che inibisce il suo desiderio di abbandonarsi ad una relazione con Kyoko, che cerca di avvicinarsi a lui in tutti i costi.
Per poter essere in pace con i genitori e con l’eventualità del sesso e delle relazioni Kaito dovrà comprendere i genitori singolarmente: va in visita dal padre che fa il tatuatore a Tokyo - che cerca l’ebrezza della grande città in opposizione alla ciclicità tradizionale dell’isola da cui proviene - e dovrà temere per la vita della madre durante un terribile temporale per comprendere il suo affetto per lei e lasciarsi alle spalle il risentimento.
Grande affresco sui cicli della vita – richiamati dalle riflessioni di un vecchio pescatore con cui parlano spesso i due ragazzini - Still the Water procede per immagini e sequenze metaforiche, veicolate dalla consueta eleganza dello stile della regista, ed è sicuramente uno dei principali candidati a qualche premio importante della competizione di Cannes.


CAST & CREDITS

(Futatsume No Mado) Regia: Naomi Kawase; sceneggiatura: Naomi Kawase; fotografia: Yutaka Yamazaki; montaggio: Tina Baz; musica: Shigetake Ao, Olivier Goinard; scenografia: Kenji Inoue; interpreti: Jun Yoshinaga (Kyoko), Nijiro Murakami (Kaito), Tetta Sugimoto (Tetsu), Miyuki Matsuda (Isa); produzione: Comme Des Cinemas; origine: Giappone, Francia; durata: 118’.


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