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Survival of the Dead - Venezia 66 - Concorso

Pubblicato il 11 settembre 2009 da Salvatore Salviano Miceli


Survival of the Dead - Venezia 66 - Concorso

Nessuno poteva sospettare che per questa edizione la mostra si concedesse non uno ma ben due lungometraggi con protagonisti i “tanto amati” morti-viventi. Se La-Horde buona eco ha avuto all’interno delle Giornate degli Autori (a noi in realtà il film, primo zombie-movie francese, è parso abbastanza non riuscito), la sorpresa vera e propria arriva dalla decisione di inserire all’interno della competizione ufficiale il nuovo lavoro del maestro del genere, George A. Romero. _ Survival of the Dead arriva come parziale seguito (alcuni personaggi sono gli stessi) del precedente Diary of the Dead. Siamo su un’isola al largo della costa nordamericana. Qui due clan rivali discutono sulla migliore soluzione da adottare per fronteggiare il pericolo zombie. C’è chi preferisce uccidere i non morti così da eliminarli del tutto, e chi, incapace di fronteggiare ricordi e sensi di colpa, davanti alle sagome goffe e affamate di sangue di cari parenti e amici già una volta estinti, cerca una via diversa, un modo per insegnare agli zombie a nutrirsi di altro, così da trovare una pacifica via di convivenza.
Due i temi principali di una pellicola che, in puro stile Romeriano, è attraversata da una forte connotazione politica. Da un lato c’è un percorso più intimo che prevede la possibilità di rovesciare il rapporto (vittima-carnefice) con i morti-viventi, cercando, come appena ricordato, di trovare una forma di conciliazione. È una visione tanto bizzarra quanto nostalgica: riuscire a vivere con gli zombie, piuttosto che cacciarli o essere cacciati. Non essere costretti ad “uccidere” amici, amori, parenti ma piuttosto sfruttare una nuova possibilità per stare ancora insieme. Ed il finale del film lascia aperti nuovi orizzonti in questo senso, scenari possibili che probabilmente Romero ha già analizzato per i prossimi capitoli di questa sua infinita saga.
Tornando alla politica, non si può non notare come in certi momenti sia quasi naturale spalleggiare per queste marionette prive di vita ma comunque in continuo e perenne movimento. Nemici senza colpa eppure sbeffeggiati, eliminati con una assoluta e tranquilla normalità e sufficienza. Ciò che porta, in fondo, da sempre in scena Romero è una guerra in cui ci viene mostrato quanto facile sia raggiungere il piacere nell’annientamento del prossimo. Il film soffre per lunghissimi momenti di pausa, per una struttura stranamente priva di ritmo, per una sceneggiatura che mostra di patire numerose ripetizioni in più di una occasione. Ma, poiché il riscatto arriva sempre alla fine, Survival of the Dead, nel suo epilogo, torna a ben rappresentare ideali e poetiche celate dietro gli zombie dal grande Romero.
Il discorso conclusivo, pronunciato da una languida voce off, mentre sulla scena si consuma un post-apocalittico duello di fuoco, riflette proprio sull’insensatezza della guerra contemporanea (per tutta la durata della pellicola, già nella scelta e definizione caratteriale dei protagonisti è facile rintracciare la consueta satira antimilitarista), sulla sua assenza di codici comportamentali, sul suo essersi ormai ridotta ad una insulsa battaglia non più per degli ideali ma per delle stupide bandierine da sventolare.
Non è il migliore dei film di Romero, Survival of the Dead, sotto molti punti di vista può considerarsi una delusione, ma basta comunque rintracciare pochi tra gli elementi principali del suo cinema per essere contenti, in fondo, di avere assistito ad un nuovo, mai conclusivo, capitolo di una saga la cui importanza non è sempre sottolineata come meriterebbe.


CAST & CREDITS

(Survival of the Dead); Regia, soggetto e sceneggiatura: George A. Romero; fotografia: Adam Swica; montaggio: Michael Doherty; scenografia: Arv Greywal; musica: Robert Carli; interpreti: Kathleen Munroe, Kenneth Walsh, Athena Karkanis, Alan Van Sprang, Devon Bostick; produzione: Blank of the Dead Production; distribuzione internazionale: Voltage; origine: Canada, 2009; durata: 90’;


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