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Una semana solos - Venezia 65 - Giornate degli autori

Pubblicato il 5 settembre 2008 da Sila Berruti


Una semana solos - Venezia 65 - Giornate degli autori

Tre anni fa, qui alla Mostra del Cinema di Venezia, il regista argentino Ferdinando E. Solanas, presentava il documentrio La dignità degl’ultimi secondo capitolo della trilogia (inizia con Memoria del saccheggio e si chiude con L’ora dei forni) che descrive il complesso processo economico politico che ha condotto il suo paese al tracollo sociale e umano. Attraverso uno straziante viaggio nell’ incubo quotidiano di centinaia di persone, Solanas decide di mostrare il lato migliore di un popolo che lotta non solo per la sopravvivenza ma soprattutto per preservare il diritto di ogni uomo ad avere una vita dignitosa. Cosa è successo, invece, all’altra Argentina? A quella ricca e meno eroica che di questa tragedia si è resa drammaticamente responsabile? Come stanno crescendo quei bambini che questo tracollo lo hanno vissuto da lontano, che lo ignorano o che non ne hanno addirittura nessuna percezione ma che rappresentano la futura classe dirigente del paese? Se lo domanda in Una semana solos la regista ( scelta dal Martin Scorsese come sua assistente e autrice del fortunato Ana Y los otros). Lasciati soli per una settimana all’ interno di una zona residenziale sorvegliata, lontana dalla miseria e dalla disperazione, i piccoli protagonisti di questa vicenda si trovano a fare i conti con la complessità dei rapporti sociali e a mettere a nudo quella che la loro personale visione del mondo. Unico contatto con il mondo esterno e’ il vaggio che fanno dalla scuola a casa, lungo la strada alcune baracche. Liberi di fare quello che vogliono, i bambini tuttavia non riescono a trovare,almeno inizialmente, la voglia di trasgredire, il desiderio di fare qualche cosa di assolutamente irrazionale e proibito. Chiusi nella loro vita di cristallo, nella loro sfavillante esistenza dall’ avvenire sicuro, privi di incertezze ma carichi di paure, i piccoli protagonisti sembrano intrappolati nel loro che è stato loro assegnato dalla nascita. A sconvolgere l’ apparente normalità dei loro rapporti arriva Juan Ferdinando, il fratello della donna di servizio, inizialmente accolto con freddezza e diffidenza, riuscirà a sconvolgere gli equilibri che regolano le vite di questi uomini del futuro.

Ne emerge un ritratto dalla tinte chiaro-scure, inquietante che non fa certo sperare per il futuro di questa martoriata nazione che ripone le sue speranza nell’innata capacita’ che i bambini hanno di superare le barriere sociali, di ribellarsi al sistema e di far emergere la loro natura anarchica, nell’ incontro tra classi sociali diverse separate da gabbie dorate e barriere di cristallo.
Se gli intenti del film sono nobili e l’idea di fondo originale il risultato è deludente. La pellicola si trascina in maniera abbastanza prevedibile girata con uno stile un po’ tropo televisivo. Interessante invece l’interpretazione dei piccoli attori diretti con grande attenzione.


CAST & CREDITS

(Una Semana Solos) Regia: Celina Murgia; sceneggiatura: Celina Murga e Juan Villegas; fotografia: Marcelo Lavintman; interpreti: Magdalena Capobianco (María), Eleonora Capobianco (Sofía), Ignacio Giménez (Juan), Gastón Luparo (Fernando); produzione:Tresmilmundos Cine; durata ‘110.


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