X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



VENEZIA 63: BELLE TOUJOURS - BELLA SEMPRE

Pubblicato il 9 settembre 2006 da Fabrizio Croce


VENEZIA 63: BELLE TOUJOURS - BELLA SEMPRE

Per tutte le generazioni di cinefili che dal 1967 in poi hanno sentito la loro immaginazione e il loro cuore infiammati dall`incontro con Severine/Catherine, la giovane signora della buona borghesia francese che si re-inventava un’identita` proibita ed anonima di prostituta con il nome d’arte di Belle de jour, non potra` non suscitare un certo piacere ritrovare dopo quasi quarant`anni quella campionessa dell`inquietudine e del disagio, che esprimeva il senso di colpa nei confronti di una sessualita` perversa ed ossessiva attraverso la degradazione sadomasochistica del corpo, confondendo il piacere con il dolore, il desiderio con l`umiliazione e la vergogna. Questa "la forma" in cui l`avevamo lasciata, intrappolata nella gabbia dorata, osservata e sezionata nella carne così come dentro l`anima dallo sguardo beffardo e spudorato di Don Luis Bunuel e dalla scrittura sapida e paradossale di Jean-Claude Carriere.
Oggi la ritroviamo profondamente cambiata, seppur sempre avvolta da quel misterioso e imperscrutabile fascino femminile e la prima e più evidente trasformazione si nota nei tratti fisici: non c’è l’algida e pur fiammeggiante bellezza di Catherine Deneuve e vestire le sembianze di Severine, ma quella più minuta e buffa dalla comunque bunueliana Bulle Ogier ("Il fascino discreto della borghesia"), che questa volta ha l’oppurtunità di un respiro più leggero e liberatorio: anche perchè a osservarne le peripezie stavolta c’è uno sguardo affettuoso, tenero, ironico e senza cinismo, pieno di grazia. In questo elenco di aggettivi fa piacere contenere e far rientrare la superba maniera in cui il venerando maestro Manoel De Oliveira omaggia lo spirito di Bunuel, rivisitandolo attraverso un’immaginazione che riflette tanto sulla parola quanto sulla citazione visiva e, diremmo anche, vivente. Cos’altro può essere se non una citazione vivente l’Husson di Michel Piccoli, motore narrativo del primo film (era lui a suggerire il numero della casa d’appuntamenti a Severine, intuendone l’indole perversa) e che anche qui mette in funzione il meccanismo narrativo riconoscendo Severine tra il pubblico ad un concerto di musica sinfonica e inseguendola fino all’emozionante e ironico confronto finale? Bunuel aveva solleticato l’immaginazione dello spettatore su un possibile incontro erotico ta i due che avrebbe concretizzato le fantasie di entrambi (lei come amante del miglior amico del marito, lui come seduttore di una casta e devota mogliettina di educazione cattolica) e il momento della cena finale è caricato da De Oliveira di una sensazione di gioioso erotismo offerto semplicemente dal dialogo pungente, ricco di battute ("Per me voi siete Bella sempre") e elementi visivi a sorpresa, come la famosa scatola regalata a Severine da un cliente orientale, il cui contenuto rimaneva un mistero e che qui si riduce, con un’invenzione davvero degna del maestro spagnolo, al rumore fastidioso di una mosca. Il maestro portoghese, dal canto suo, mantiene il suo tratto personale, continuando ad assegnare alla potenza suggestiva della parola l’evocazione di personaggi e situazioni, nel racconto compiaciuto della vicenda che Husson fà ad un giovane barista curioso e smaliziato e a due prostitute, una più anziana, l’altra più giovane: a simboleggiare il cerchio con cui la seduzione femminile chiude il desiderio maschile, oltre il tempo e l’età anagrafica.
Testimonianza ne è lo stesso De Oliveira che a novantotto anni mantiene il cuore e il cervello, la passione e la lucidità del suo giovane barista.

(Belle toujours) Regia: Manoel De Oliveira; sceneggiatura: Manoel De Oliveira; fotografia: Sabine Lancelin; montaggio: Valerie Loiseleux; interpreti: Michel Piccoli, Bulle Ogier, Ricardo Trepa, Leonor Baldaque, Julia Buiselù; produzione: Miguel Cadilhe; origine: Portogallo\Francia 2006


Enregistrer au format PDF