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VENEZIA 63: THE QUEEN

Pubblicato il 14 settembre 2006 da Salvatore Salviano Miceli


VENEZIA 63: THE QUEEN

La morte di Lady Diana è stato certamente un evento di portata internazionale. La personalità ed il vissuto della principessa l’hanno portata ad essere amata ben oltre i confini nazionali. Il popolo inglese, come è facile intuire, aveva un rapporto ancora più forte con questa sua figlia, come spesso amava definirsi lei stessa, incarnazione della favola di Cenerentola e la cui vita è stata messa in prima pagina molto più di quanto non fosse sopportabile.
Sthephen Frears parte da questo assunto per realizzare The Queen, presentato in concorso.
Il film racconta le crepe venutesi a creare, proprio alla scomparsa di Lady D. tra l’opinione pubblica britannica e la famiglia reale, accusata di troppa indifferenza nei confronti di una donna mai accettata del tutto, se non proprio osteggiata, per le sue origini lontane dagli stemmi nobiliari. Fa ciò, immaginando le sensazioni ed i pensieri che, nell’occasione, affollavano la mente della Regina Elisabetta. Audace e brillante la scrittura, appropriata e priva di ridondanze la regia, il divertimento scaturisce proprio per il tono usato, lontano da volontà drammatiche e, al contrario, caratterizzato da uno humor intelligente, idoneo e mai gratuito.
La straordinaria Helen Miller, per cui è più che lecito parlare di seria candidatura alla coppa volpi come migliore interpretazione femminile, incanta con una recitazione maestosa. Ne viene fuori il ritratto di una donna la cui durezza ha ben poco a che fare con il cinismo, anche stanca nella costrizione di un ruolo affidatole in giovanissima età, ma, al contempo, fiera nell’ergersi a guida del suo popolo. A differenza dei restanti personaggi della famiglia reale, ridotti, in qualche caso, a macchiette, specie Carlo (ed era facilmente prevedibile), l’ironia con cui è descritta non offusca in nessun momento un rispetto convinto verso la sua figura.
Di pari intensità è la rappresentazione di Tony Blair, in quei giorni appena eletto primo ministro, descritto come custode e portatore della voce del popolo, ed a cui spetta il compito di ricucire lo strappo venutosi a creare tra la gente comune e la monarchia. Poche sono le staffilate a lui riservate, anzi appare eccessiva e smaccatamente celebrativa l’aurea di Homo Novus, più progressista che laburista, affibiatagli. È però una pecca perdonabile perché non inficia quella leggerezza che rende il procedere del racconto davvero piacevole da seguire.
Frears non sconfessa la sua naturale propensione a quella agilità di narrazione che ha sempre contraddistinto le sue pellicole, avvalendosi, in questo caso, dell’ottimo lavoro di Peter Morgan, autore di una sceneggiatura compatta ma che, allo stesso tempo, invita gli attori a partecipare attivamente alla costruzione dei personaggi lasciando loro ampi spazi di manovra.
Se a ciò si associano la puntualità e la coerenza del montaggio, il risultato non può che essere più che soddisfacente, tenendo conto che concisione e freschezza sono qualità di cui non si è troppo abusato nei film in concorso.


CAST & CREDITS

(The Queen) Regia: Stephen Frears; sceneggiatura: Peter Morgan; fotografia: Alfonso Beato; montaggio: Lucia Zucchetti; musica: Alexandre Desplatl; scenografia: Alan MacDonald; costumi: Consolata Boyle; interpreti: Helen Miller (Regina Elisabetta), James Crommowel (Re), Michael Sheen (Tony Blair),); produzione: Granadas screen; distribuzione: Bim; origine: UK, Francia, Italia; durata: 97’.


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