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INFAMOUS

Pubblicato il 5 gennaio 2007 da Salvatore Salviano Miceli


INFAMOUS

A brevissima distanza dall’uscita nelle sale di Capote di Bennet Miller, che ha valso al bravo Philip Seymour Hoffman un Golden Globe e l’Oscar come migliore attore protagonista, viene presentato nella sezione orizzonti un nuovo film sul medesimo argomento. La storia è pressochè identica. Entrambe le opere, infatti, analizzano il periodo di lavorazione de "A Sangue Freddo", il viaggio dell’autore in Kansas atto a conoscere gli esecutori della efferata strage della famiglia Cuttler.
Il lavoro di Douglas McGrath descrive la transizione dell’autore. Ciò implica una spaccatura da cui risultano due parti, tra loro consanguinee, ma intimamente differenti, specchio della contemporanea trasformazione del soggetto protagonista. Il film risente di questa doppia anima perdendo in fluidità ed omogeneità.
La scrittura brillante dei primi cinquanta minuti, strumento propedeutico e necessario per dare il giusto risalto allo straordinario acume di Capote, alla sua capacità dialettica,a quel particolare ed affascinante egocentrismo da cui prende vita una curiosità morbosa ma genuina verso le vite di chi lo circonda, lascia lentamente il posto ad una struttura più intimista, coincidente con il periodo di documentazione svolto a Kansas. Sarà durante le visite in carcere agli assassini che inizierà la complessa relazione che ne legherà uno dei due all’autore.
Il cambiamento radicale di tono non giova alla godibilità del film che inizia ad eccedere in patetismi stucchevoli, crogiolandosi un po’ troppo in una immobilità visiva che finisce per inficiare la narrazione. Dispiace perchè il film è ben scritto e, sopratutto, si fregia di un cast notevole nei nomi ma ancora di più all’atto pratico. Toby James, interprete teatrale, conosciuto per parti minori in film quali Mrs. Henderson Presents o Harry Potter e la camera dei segreti, presta il volto a Capote ed il suo lavoro mimetico è eccezionale. Con un grande esercizio sulla voce e sul movimento rende più che credibile la sua performance, del tutto differente da quella ugualmente, se non di più, strepitosa di Hoffman regalando davvero attimi di meraviglia. Al suo fianco troviamo Peter Bogdanovich nei panni dell’editore, Jeff Daniels in quelli dello sceriffo della piccola cittadina del Kansas e Sandra Bullock che interpreta la scrittrice, amica d’infanzia e confidente di Truman, Nelle Harper, brava a dare la giusta profondità, ricca di humor e di umiltà, al suo personaggio.
Come Jones, merita una citazione a parte Daniel Craig. Nelle vesti di uno dei due killer dà credibilità ad un personaggio complesso la cui propensione alla violenza sembra scaturire dalla disillusione, dalle numerose ferite che virano un animo predisposto all’arte verso l’omicidio, che ne è il suo esatto contrario. Sarebbe stato facile eccedere, ma Craig è bravo a mentenersi sempre in bilico, senza mai oltrpassare i confini del caricaturale.
L’impressione finale è quella di un film che si lascia guardare, che in determinati momenti regala anche spunti interessanti ma che soffre, pur nella sua diversità, il confronto con l’opera di Bennet Miller, più solida e meno propensa a cadute di tono.


CAST & CREDITS

(Infamous) Regia, soggetto e sceneggiatura: Douglas McGrath, tratto dal romanzo di George Plimpton; fotografia: Bruno Delbonnel; montaggio: Camilla Toniolo; musica: Rachel Portman; scenografia: judy Becher; costumi: Ruth Myers; interpreti: Toby Jones (Truman Capote),Peter Bogdanovich, Daniel Craig, Sandra Bullock, Jeff Daniels; produzione: Warner Indipendent; distribuzione: Warner Bros Italia; origine: USA; durata: 117’; sito ufficiale


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