Venezia 64 - Far North - Fuori concorso
Il giovane regista inglese Asif Kapadia esordisce alla sessantaquattresima Mostra del Cinema di Venezia con Far North, suo secondo lungometraggio. Dopo aver studiato al Royal College Of Art a Londra, si distingue al Festival del cinema di Cannes vincendo il premio della giuria con il suo cortometraggio di diploma The Sleep Thief. Questa vittoria gli apre la strada alla realizzazione del suo primo lungometraggio e gli dà la possibilità di inizare la sua carriera.
Far North racconta la triste storia di Savia, unica superstite di una tribù indigena sterminata da un gruppo di soldati, e di Anja, sua figlia adottiva. Tra le due c’è un grande rapporto di affetto che molto spesso sembra trascendere e valicare una forte amicizia o una parentela. La più grande delle due, costretta da una maledizione a fuggire dalla sua gente, è condannata a vagare con la sua compagna, attraverso le desolate lande della Tundra senza mai avere pace. L’arrivo del forestiero Loki nella vita delle due donne scatena una serie di eventi che arriveranno a sfociare in un tragico epilogo.
La storia viene narrata in un contesto estremamente suggestivo. I gradi spazi ghiacciati, fanno da cornice ad una storia d’amore morbosa ma nello stesso tempo dolce. Il grande stacco dalle scene all’esterno e quelle all’interno della tenda nella quale le donne vivono è sottolineata da una buona gestione degli spazi visivi e da una grande diversificazione dei due ambienti dal punto di vista cromatico. Tutto ciò che esiste attorno alle due donne sembra essere ostile alla vita stessa, ma nell’interno della loro casa ambulante c’è un fuoco sempre acceso e una sensazione di familiarità e di spensieratezza. La costante sensazione dell’assenza di vita e della lotta quotidiano per scampare al freddo e alla fame è resa dal regista in modo molto efficace.
L’arrivo di un uomo nella vita delle due donne sole, sembra essere una grande fortuna inizialmente. Solo dopo Savia si renderà conto che quell’intruso le sta portando via il cuore della sua amata figlia adottiva che, fino a quel momento, l’aveva vista e considerata non solo una madre, ma quasi l’unico essere umano al mondo. La gelosia della donna diventa così il fulcro della vicenda rendendo i due amanti dei nemici per la sua felicità.
La desolazione e la morte diventano le uniche compagne di vita per Savia e il regista riesce a riproporre la tematica del rapporto fra Eros e Thanatos in modo nuovo e in un contesto ambientale decisamente straniante. La violenza dell’epilogo non è che la conclusione più degna di tutta una vicenda impregnata dell’odore della morte. Kapadia ci mostra come ’insostenibile consapevolezza della perdita di qualcosa di caro riesca a far impazzire l’uomo fino al punto di farlo arrivare ad essere un efferato assassino.
(Far North); Regia: Asif Kapadia; soggetto: dal romanzo di Sara Maitland; sceneggiatura: Asif Kapadia, Tim Miller; fotografia: Roman Osin; montaggio: Ewa J. Lind; musica: Dario Marianelli; interpreti: Michelle Yeoh, Sean Bean, Michelle Krusiec, Sophie Wu, Gary Pillai, Sven Henriksen, Bjarne Østerud, Per Egil Aske, Håkan Niva; produzione: The Bureau, Celluloid Dreams, Dreamachine, Film Four, Ingenious Film Partners, PJB Picture Company; distribuzione internazionale: Celluloid Dreams; origine: Gran Bretagna, 2007; durata: 89’