Venezia 64 - Help me eros - Concorso
Nel programma di una rassegna veneziana che ha lasciato molto spazio all’erotismo, è presente Lee Kang Sheng, attore feticcio di Tsai Ming Liang, per la seconda volta dietro la macchina da presa, con un lavoro in cui il tema della sensualità e della repressione sessuale viene affrontato in modo bizzarro.
L’Eros è il filo conduttore di alcune storie che si intrecciano nell’arco di due ore di totale delirio. Un fumatore incallito di marijuana si innamora di un’operatrice del Telefono Amico; una donna, messa in crisi dall’omosessualità del marito, decide di avere rapporti sessuali con delle anguille; tre prostitute si relazionano con i loro clienti. Oltre a trasudare fisicità, Bangbang wo aishen (Help me Eros) è ricco di scenari onirici in cui i personaggi si rifugiano per sfuggire alla noia e alla solitudine. Inoltre, il sesso viene sentito o immaginato nella maniera più carnale possibile, e, spesso, viene associato ad animali e cibi: operazione che inserisce l’essere umano in bilico fra bestialità e aspirazione a quella stessa umanità che gli sta sfuggendo di mano.
Impossibile non notare le evidenti analogie con l’opera di Tsai Ming Liang. Stessa fissità di sguardo, stesse inquadrature alla ricerca di geometrie assolute, medesimo tentativo di raccontare la solitudine, il disagio interiore, l’incomunicabilità. Il risultato, da un punto di vista tecnico, è pregevole: ogni spazio, spesso esaltato da schiaccianti inquadrature dall’alto, prende il sopravvento su personaggi che sono assuefatti alla vita e si abbandonano a sogni e bisogni sessuali pur di non cedere definitivamente. Nel film sono presenti anche canzonette che richiamano le geniali intuizioni musical di opere come The hole o Il gusto dell’anguria. Al di là della cura maniacale per il particolare e per alcune trovate divertenti ed originali, il film può apparire come una copia malriuscita dei film di Tsai Ming Liang o, se vogliamo, di un collage fine a se stesso di sequenze che hanno caratterizzato la poetica del grande regista malese. Manca un vero e proprio filo conduttore, così come non si riesce a partecipare emotivamente al dramma della solitudine e della repressione. Tsai Ming Liang, produttore esecutivo del film di Lee Kang Sheng, è solito simbolizzare un senso di soffocante disagio tramite la poesia dell’assenza, che sia di dialoghi, di risorse naturali, di spettacolarità. Il suo pupillo dimostra di aver appreso solo tecnicamente la lezione del maestro, ma di essere ancora lontano dal saper amalgamare la sua ansia di mostrare: ne risulta un film riuscito a metà, in cui si ravvisa mancanza di organicità.
Nel caso di Bangbang wo aishen (Help me Eros), il maestro è ancora lontano dall’essere superato dall’allievo.
(Bang Bang wo ai shen) Regia: Lee Kang-Sheng; sceneggiatura: Lee Kang-Sheng; fotografia: Liao Pen Jung; montaggio: Lei Chen Ching; musica: Fumio Yasuda; interpreti: Lee Kang-Sheng, Yin Shin, Jane Liao, Dennis Nieh, F4 Girls; produzione: Tsai Ming-Liang; origine: Taiwan, 2007; durata: 107’