Venezia 64 - Leone d’Argento: Redacted
Colpisce come un pugno nello stomaco Redacted di Brian de Palma. Forte, diretto, senza edulcoranti. Dopo The Black Dahlia, film tutt’altro che convincente, e nell’attesa del prequel già annunciato di The Untouchables, il regista del New Jersey si è lasciato convincere dalla HDNet, accettando di dirigere un film in video ad alta definizione.
Il Vietnam di Vittime di Guerra diviene l’Iraq dei giorni nostri, geografia di una guerra la cui inutilità ed insensatezza sembra solo adesso convincere unanimemente. Da un fatto di cronaca realmente accaduto (lo stupro di una quindicenne e lo sterminio di una famiglia da parte di alcuni soldati statunitensi) De Palma triplica il suo punto di vista raccontando tre modi diversi di guardare una realtà unica ed insensatamente barbara. Marines, mezzi d’informazione e popolazione irachena sono occhi inconsapevoli posati su di un universo reso indecifrabile dalla guerra. Così come loro, mai come in questo caso reali protagonisti di una bugiarda (perché reale) finzione scenica, chi osserva è vittima della medesima pressione nervosa; una pressione insostenibile, ancora una volta per attanti e spettatori, che sfocia, come se fosse un corso da seguire inevitabilmente, in una crudeltà che non necessita più di alcun movente.
L’operazione di De Palma è capillare a partire dalla documentazione. Così come indica lo stesso titolo del film, il regista rifiuta la verità promossa dalla comunicazione di massa, cercando tra i blog, nel materiale video girato artigianalmente dagli stessi militari, nei siti a loro dedicati tutto quello che l’informazione ufficiale ha deciso di non mostrare. ‘Redige’, dunque, un nuovo documento seguendo la direzione opposta all’epurazione contenutistica e visiva che la stampa impone. Ecco anche il senso di una carrellata finale di immagini tristemente efficaci, affidate all’unico commento della musica di Puccini. Una scelta, questa, forse non del tutto digeribile in termini stilistici ma è una retorica espressiva talmente potente da apparire come scelta consapevole, lineare, dettata dalla natura di testimonianza che comunque il film si porta dentro nella sua più intima struttura. Così come l’epilogo, anche il segmento iniziale è analiticamente scandito da una musica incessante, da una tensione ritmica che agisce sulla semantica visiva delle immagini, dando forma ad un circolo labirintico che non prevede possibili vie di fuga.
La produzione indipendente, con la libertà che ne consegue, permette a De Palma di liberarsi dai troppi vincoli cui, da un po’ di tempo, sembrava costretta la sua regia, regalandogli la possibilità di tornare ad un cinema di cui conosce spazio e tempi, ed in cui mostra di sapersi muovere alla perfezione. Redacted lascia ben pochi dubbi sulle sue effettive qualità. Davvero un bel film.
(Redacted) Regia: Brian De Palma; Regia seconda unità: Eric Schwab; soggetto e sceneggiatura: Brian De Palma; fotografia: Jonathon Cliff; montaggio: Bill Pankow; interpreti: Patrick Carroll, Robert Devaney, Izzy Diaz, Ty Jones, Kel O’Neil, Daniel Stewart Sherman, Mike Figueroa; produzione: HDNet Films; distribuzione: Eagle Pictures; origine: USA; durata: ’90;