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Venezia 64 - Searchers 2.0 - Orizzonti

Pubblicato il 2 settembre 2007 da Matteo Botrugno


Venezia 64 - Searchers 2.0 - Orizzonti

Giunti al quarto giorno di proiezioni, è impossibile non notare come i film selezionati per le varie sezioni della kermesse veneziana abbiano in qualche modo alcuni punti in comune, in primis l’interesse nel raccontare un periodo sicuramente delicato della storia americana. I film di De Palma e di Haggis ne sono la dimostrazione più lampante. Searchers 2.0 non presenta i caratteri tragici dei film sopraccitati, ma si presenta piuttosto come un’eclettica commedia carica di un leggero cinismo e di forti contaminazioni cinematografiche.
Due attori di western falliti attraversano mezza America per dare una lezione ad un sadico sceneggiatore che li frustò durante le riprese del loro primo film, girato quando erano ancora solo dei bambini. Ad accompagnarli, la figlia di uno dei due attori. Il viaggio rivela non solo i vizi e le virtù dei personaggi, gli scontri generazionali, i sogni e le delusioni: Searchers 2.0 diviene grottesco specchio di un paese, gli Stati Uniti, che forse continuano ad apparire al resto del mondo come un gigante, ma che sembra invero trovarsi al momento a terra e dolorante. Fra una citazione cinematografica e l’altra, i personaggi non parlano solo dei film interpretati da loro o da colleghi più illustri, ma anche della guerra in Iraq, della giustizia, della vendetta, tramite dialoghi spesso grotteschi e influenzati da un’ironica ricerca del luogo comune.

Cox racconta l’America di provincia con gli occhi di un inglese: si diverte a trasformare l’americano medio in una sorta di cowboy in jeep, in cerca di una sfida finale proprio come in un vero western. Il “duello a tre” è costruito sul modello de Il buono, il brutto, il cattivo, ma invece delle pistole, i tre cowboys si sfidano a colpi di nomi di comparse in film di Sergio Leone.

Girato in digitale con un budget estremamente ridotto, Searchers 2.0 è un gustoso e surreale spaccato di un’America allo sbaraglio. La commedia si rivela un’arma molto più efficace di fucili e pistole. La violenza rimane solo accennata: che l’immagine di due attori sbruffoni e imbranati stia sostituendo quella dell’impavido eroe classico alla John Wayne? Che l’America stia mostrando le debolezze di uno stato che sta soccombendo alle contraddizioni che sono alla sua stessa base? Gli Stati Uniti sono la terra degli eroi che vincono, come sostengono i “vecchi” attori, o di quelli che perdono, come invece sostiene la ragazza?

Dietro l’apparenza di commediola indipendente, il lavoro di Cox si rivela una metafora intelligente e divertente della logica di giustizia statunitense. O, se vogliamo, della giustizia più pura, la vendetta, per dirla con le parole di uno dei due attori. Una curiosità: nel film si registra la piccola comparsata di Roger Corman, anche produttore esecutivo della pellicola.


CAST & CREDITS

Regia, soggetto, montaggio e sceneggiatura: Alex Cox; fotografia: Steven Fierberg; interpreti: Del Zamora, Ed Pansullo, Sy Richardson, Jaclyn Jonet, Zahn McClarnon; produzione: Cowboy Outfit; distribuzione internazionale: New Concorde; origine: USA, 2007; durata: 90’


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