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Venezia 64 - Small gods - Settimana della Critica

Pubblicato il 4 settembre 2007 da Daniele Coluccini


Venezia 64 - Small gods - Settimana della Critica

Sono i componenti di un gruppo di ragazzi disagiati e immersi in un viaggio onirico, i "piccoli dei" del giovane regista Dimitri Karakatsanis. E’, invece un angelo salvatore il giovane David che salva Elena dal suo triste destino. La ragazza, scampata al tentato suicidio in cui, invece, perde la vita il figlio, si ritrova immersa in una disperazione che la fa chiudere in se stessa e che la rende lentamente schiava degli eventi. Il giovane David, un ragazzo "sceso dal cielo", la rapisce dall’ospedale in cui è ricoverata e la porta assieme a lui per condurla attraverso il suo mondo interiore e farle ritrovare la serenità perduta.
I presupposti sembrano ottimi per una vicenda drammaticamente intensa. L’intento di Karakatsanis è quello di prendere per mano lo spettatore e fargli attravere un tumultuoso viaggio interiore verso la riscoperta della propria coscienza. David, il salvatore, è un ragazzo investito da Dio del potere di capire, con un semplice sguardo, le sofferenze degli uomini. Questo è, per lui, un dono gravoso, vissuto prima di tutto come una condanna, una punizione. Ed è proprio questo suo atteggiamento nei confronti delle proprie stesse capacità ad impedirgli di prestare davvero aiuto a tutti coloro che ne hanno bisogno. La pellicola concentra, comunque, la propria attenzione anche sulla storia di Elena, costretta, anche in vista del processo intentato per definire le responsabilità della morte del figlio, a ricostruire lentamente, aiutata da David, le tappe della propria esistenza.
Il regista tenta di dare un volto e un’anima ai processi mentali che si innescano nella mente umana, dando voce alla sofferenza e al disagio per l’elaborazione del lutto.
La sceneggiatura e le tematiche trattate sembrano essere interessanti e innovative. Purtroppo, però, esse vengono veicolate da un linguaggio cinematografico disordinato e inorganico. La macchina da presa si muove nel mondo dei protagonisti in modo caotico e confusionario, facendo continuamente ricorso all’ausilio di inutili sfocature e di inquadrature macro con camera a mano che, a lungo andare, finiscono per risultare manieristiche e fini a se stesse.
L’intera pellicola viene contaminata da un’estetica che ha il sapore del videoclip. Il ricorso continuo alla solarizzazione e alla sovraesposizione, finisce per rendere un lavoro potenzialmente interessante, un inutile sfoggio di una tecnica abusata che, invece di rendere il tutto accattivante, lo sminuisce e impoverisce notevolmente.


CAST & CREDITS

(Small Gods); Regia e sceneggiatura: Dimitri Karakatsanis; fotografia: Nicolas Karakatsanis; montaggio: Dieter Diependaele; musica: Marc Langegan, Aldo Struijf; interpreti: Titus De Voogdt (David), Steffi Peeters (Elena), Louiza Vande Woestyne (Sara), Dirk van Dijck (Avvocato), Marijke Pinoy; produzione: Potemkino & Kanibal Films; origine: Belgio, 2007; durata: 90’


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