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Venezia 64 - The speed of life - Giornate degli autori

Pubblicato il 30 agosto 2007 da Giampiero Francesca


Venezia 64 - The speed of life - Giornate degli autori

Scorre veloce la vita, seguendo un ritmo insostenibile, innaturale secondo Ed Radtke. Vite vuote che popolano la New York di Speed of life, costrette ad inseguire un destino troppo celere. L’immaginazione si sostituisce così alla realtà.

Sammer è un ragazzino di periferia; una tetra, amara, periferia urbana. Le sue giornate passano lente, fra la strada e i servizi sociali. Rubare le telecamere per lui non è un atto di sostentamento, non un sistema per guadagnare, è un gesto di necessità. La necessità di sognare. Superare le mura delle prigioni, delle famiglie disagiate, dei servizi sociali, della violenze e delle incomprensioni. Le immagini di festa, mare, risate, sole, di ignari, sconosciuti turisti divengono per i ragazzi il veicolo per raggiungere il ritmo di una vita normale. Senza punti di riferimento, con genitori, famiglie, istituzioni assenti, la sola fonte di speranza è immaginare una vita alternativa. Una speranza che si fonde alla realtà trasfigurandola. Un padre che abbandona la famiglia diviene, nella mente sognatrice di Sammer, un pescatore partito per l’Alaska. Un luogo lontano, come le nuvole, come gli aerei che sfrecciano, irraggiungibile ma al tempo stesso reale. Reale come il gioco di un bambino, che, sognando il fratello morto in guerra, si crede anche lui soldato e viene ferito in una rapina. La pallottola, quella si, reale.

La triste periferia urbana americana e le terribili condizioni di vita che la abitano appaiono oggi l’humus ideale per i progetti dei giovani registi statunitensi. La disparità sociale, l’assenza o l’aberrazione (l’assistente sociale che costringe il ragazzo ad aiutarlo in sporche faccende private) dei servizi e delle istituzioni, l’incomunicabilità che si tramuta in violenza sembrano sempre più elementi imprescindibili per fotografare la realtà degli States. A questo squallido quadro Radtke aggiunge una personale riflessione sull’immagine (e sul cinema) come fonte di sogni e di illusioni. Il duplice punto di vista, oltre a rappresentare uno sguardo immediato sul rapporto dicotomico povero/ricco, miseria/agiatezza, divide e al tempo stesso confonde realtà e fantasia. Una riflessione sulla forza delle immagini come generatrici di passioni, felicità e amarezze. In una vita che corre veloce andare del proprio passo è un privilegio.



Giampiero Francesca


CAST & CREDITS

(The speed of life); Regia: Edward A. Radtke; sceneggiatura: Edward A. Radtke, M.S. Nieson; fotografia: Learan Kahanov; montaggio: Jim Klein, Edward A. Radtke; interpreti: Peter Appel, Noah Fleiss; origine: USA, 2007; durata: 84’


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