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Venezia 76 - No. 7 Cherry Lane

Pubblicato il 3 settembre 2019 da Giulia Genovese

VOTO:

Venezia 76 - No. 7 Cherry Lane

L’amore è cieco, come sempre ”. Così, viene detto in No. 7 Cherry Lane , di Yonfan - unico lungometraggio d’animazione in Concorso alla 76. Mostra di Venezia. Come lo stesso autore ha affermato, si tratta di un’opera, del tutto, anticonvenzionale, per il genere. Un cartone animato per adulti – sull’amore e la sessualità – nel quale sono presenti un personaggio secondario omosessuale e dei nudi integrali femminili e maschili. Lui stesso ha, anche, ammesso di considerare il suo prodotto al pari di una pellicola con attori, a tutti gli effetti, e che chi ama il cinema in live action, potrebbe apprezzarlo maggiormente – e viceversa. Negli Anni ’60, a Hong Kong, s’intrecciano i destini e le passioni di uno studente universitario, della donna matura di cui s’infatua e dell’affascinante figlia di lei.

No. 7 Cherry Lane è zeppo di riferimenti alla settima arte e alla letteratura. Per la prima categoria, troviamo Brigitte Bardot, con Piace a Troppi – accostato a una fantasia sessuale del protagonista verso la diva francese – l’attrice tedesca Simone Signoret, ne La Strada dei Quartieri Alti e Il Laureato – possibile primaria ispirazione per il triangolo amoroso tra i tre personaggi principali. Nell’ambito dei romanzi, Yonfan cita John Keats, Anna Karenina e Jane Eyre ; prendendo spunto, principalmente, da Marcel Proust e il suo Alla Ricerca del Tempo Perduto – accostato al celebre romanzo classico cinese, Il Sogno della Camera Rossa . Rifacendosi al famosissimo scrittore parigino, il regista sceglie di utilizzare una narrazione dilatata, frastagliata, non lineare e, volutamente, prolissa e descrittiva; trasferendola dalla pagina allo schermo e suggerendoci di godere lentamente della sua opera. Il tempo che scorre e le stagioni dell’esistenza sono, difatti, nostalgicamente presenti – “ Un’epoca perduta per sempre, nella quale la prosperità non veniva ostentata ” e, dal punto di vista, prettamente, storico-politico – vengono affrontate anche la povertà di quegli anni e le rivoluzioni turbolente del 1967. Un altro argomento centrale è, a fuor di dubbio, quello dell’eros femminile, con tutte le sfaccettature del desiderio e la libertà negata di poterlo vivere e sperimentare. Per questa questione, il film è molto femminista – “ La bellezza è di tutti, la voglia di divertirsi di tutte le ragazze ” – e – analizzando anche un sogno, a livello psicoanalitico – si concentra su una donna di mezza età, palesemente repressa, alla quale viene proibito – almeno, per i dogmi socio-politici – di avere una relazione con un ragazzo molto più giovane di lei.

La regia di No. 7 Cherry Lane sembra, chiaramente, rimandare allo stile di Wong Kar Wai; con attenzione ai gesti, e alla sensualità, e con tanti primi piani al ralenti, fatti di sguardi espressivi e languidi. La sceneggiatura, invece, per l’appunto, molto letteraria; non escludendo attimi d’ironia e dando rilevanza – a livello simbolico – agli animali. Anch’essi, mostrano un istinto e una percezione sessuale: i gatti compaiono in modo ricorrente; mentre, in associazione al sesso, fanno capolino anche dei serpenti – simbolo fallico, associato anche al peccato. I disegni sono stupefacenti ed ogni inquadratura appare come un dipinto. In certe sequenze, si ha l’impressione di ammirare un libro pop up in versione filmica; un’altra, altresì, è realizzata verosimilmente a una sorta di fumetto. La struggente colonna sonora, prevalentemente, al pianoforte – composta da Yu Yat-yu, Yonfan, Chapavich Temnitikul, Phasura Chanvitikul – fa da perfetto sottofondo per i palpiti del cuore dei personaggi.

No. 7 Cherry Lane è un poetico e romantico valzer d’amore; un film colto, intellettuale, visionario e audace. Un omaggio dolceamaro all’arte tutta: dal cinema – del quale viene descritto il passaggio dal bianco e nero al technicolor – alla letteratura. Peccato che, in alcuni momenti, e, in particolare, nell’ultimo dei tre atti – denominato Solstizio d’InvernoYonfan ecceda in immaginazione; calcando troppo la mano, rispetto alle pulsioni dell’eros, cambiando, completamente, registro ed entrando in contrasto con quella "grande bellezza" che ci aveva rapiti, per quasi tutta la durata.


CAST & CREDITS

(Titolo originale) No. 7 Cherry Lane; Regia: Yonfan; sceneggiatura: Yonfan; montaggio: Wang Haixa; musica: Yu Yat-yu, Yonfan, Chapavich Temnitikul, Phasura Chanvitikul; produzione: Far Sun Film Company Ltd.; origine: Hong Kong, Cina, 2019; durata: (esempio) 125’; webinfo: http://www.no7cherrylane.com/


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