Venezia 76. - Wasp Network

Dopo i riuscitissimi Personal Shopper – Miglior Regia al Festival di Cannes 2016 – e Il Gioco delle Coppie – in Concorso alla Mostra di Venezia 2018 – Olivier Assayas sbarca, nuovamente, al Lido con Wasp Network – thriller politico, tratto dal romanzo The Last Soldiers of the Cold War , di Fernando Morais, e basato su una storia vera. Nella Cuba degli Anni ’90, un pilota di linea fugge dal paese – separandosi da moglie e figlia – e si trasferisce a Miami; dove – insieme ad altri dissidenti – tenta di sabotare il regime di Fidel Castro.
Con Wasp Network , l’autore francese – candidato a 1 European Film Award, per la miniserie tv Carlos – prova a raccontare il passato di una nazione, per agganciarsi alla contemporaneità mondiale; abbracciando conflitti internazionali, sistemi governativi fallati e corrotti, condizioni di povertà sempre più gravi e fenomeni migratori in costante aumento. Pur trattandosi di una co-produzione tra Europa e Brasile, il film – girato in inglese e spagnolo – possiede tutte le caratteristiche meno entusiasmanti del cinema americano – o, addirittura, hollywoodiano – di stampo commerciale. In effetti, ad Assayas le star non mancano: da Penélope Cruz ad Edgar Ramírez – i quali, avevano già lavorato insieme, nella serie tv American Crime Story: L’Assassinio di Gianni Versace – passando per Gael García Bernal. In mezzo al loro, ci sono il convincente brasiliano Wagner Moura con la cubana Ana de Armas – impegnati in una love story che li fa sentire come Kevin Costner e Whitney Houston, in Guardia del Corpo – e l’argentino Leonardo Sbaraglia; che – sempre, parlando per riferimenti alla filmografia anglofona – si paragona a John Wayne e a Luke Skywalker. A parte queste cinefile citazioni, la pellicola non brilla per dialoghi, particolarmente, incalzanti e, anzi, non sembra neanche un prodotto del cineasta che aveva esordito nel lontano 1986, con il dramma Il Disordine . La sensazione che si ha è che lui non sia il regista adatto per questa storia – o, viceversa.
Possiamo dire, quindi, che Wasp Network è, per Assayas, un vero e proprio passo falso; che sarebbe stato, certamente, più adatto al Fuori Concorso lagunare, che alla competizione principale. Persa tra troppi personaggi e svariati sub-plot, l’opera manca di coesione narrativa; risultando, frastagliata, con sequenze quasi slegate l’una dall’altra. Nonostante il colpo di scena – che segue alle prime delle due eccessive ore di durata – il film non ingrana e questa virata narrativa non fa altro che renderlo, ulteriormente, confuso e disinteressante per lo spettatore. Una tale vicenda meritava di essere raccontata e non mancava di potenziale; ma Assayas ha, inspiegabilmente, optato per uno stile da spy movie convenzionale e prolisso; realizzando una pellicola scialba, catatonica e con poco da offrire.
(Titolo originale) Wasp Network; Regia: Olivier Assayas; sceneggiatura: Olivier Assayas; fotografia: Yorick Le Saux, Denis Lenoir; montaggio: Simon Jacquet; musica: Eduardo Cruz; interpreti: Penélope Cruz, Edgar Ramírez, Gael García Bernal, Wagner Moura, Ana de Armas, Leonardo Sbaraglia; produzione: CG Cinéma, Nostromo Pictures, RT Features, Scope Pictures; distribuzione: BIM Distribuzione; origine: Francia, Spagna, Belgio, Brasile, 2019; durata: 123’; webinfo: http://www.bimfilm.com/
