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XII MEDFILMFESTIVAL - OXYGEN

Pubblicato il 9 novembre 2006 da Carlo Dutto


XII MEDFILMFESTIVAL - OXYGEN

Spesso si tende a considerare la filmografia di un paese in base al suo autore più ‘esportato’, si tende a pensare alla filmografia di un paese come unicamente quella del suo regista più premiato e osannato. In Grecia non alberga solamente il rigore e lo stile di Thèo Anghelopoulos, anche se solo i suoi film raggiungono le sale italiane. Il Medfilm festival propone nella sezione Open Eyes, il film a quattro mani di due registi giunti alla terza opera, Oxygen.

Un melodramma a tinte fosche che tenta lo scavo delle ipocrisie e delle doppiezze mai consolanti di una famiglia da poco convivente con un padre vittima di un incidente stradale e tenuto in vita in un perenne stato catatonico da una macchina per l’ossigeno. Un ossigeno che i protagonisti non riescono a respirare, vittime delle loro stesse passioni e dell’ossigeno del denaro, burattini nelle mani di un destino che mescola cinicamente le vite creando un caos primordiale la cui soluzione si esplicita shakespearianamente nel dramma finale sanguinoso e improvviso. La vicenda ambientata in una cittadina di provincia della Grecia contemporanea, trova la causa scatenante del punto di incontro dei destini dei sette personaggi nell’esproprio di un terreno della famiglia del giovane Christòs. Un ragazzo che, nomen omen, sacrificherà sul Golgota della sua vita la sua stessa confusa dimensione sessuale in nome del denaro e di una famiglia ormai allo sbando.

L’impronta televisiva dei due registi fa sentire pesantemente la sua presenza in un film che non convince, imprigionato da un ossessivo melodramma spesso poco funzionale alla vicenda trattata: l’ambientazione piccolo-borghese risente di una cura affrettata, in particolare nella scelta di scenografie e costumi, che pur essendo contemporanei, non sembrano mai essere all’altezza e a volte per la loro inadeguatezza colpiscono lo sguardo più della scena rappresentata. Uno stile di regia che privilegia la camera a mano, negli angusti spazi di camere disordinate e vuote garçonnieres, attori senza trucco troppo spesso limitati da sceneggiatura e dialoghi che insistono su scene urlate e violente, sulle quali aleggia palesemente una strenua ricerca della scena madre definitiva. Migliori risultano le scene oniriche nell’acqua soffocante e angosciante, frutto dei sogni di Christòs, che regalano al ritmo melodrammatico una pausa silenziosa e visionaria, lontana dalla grettezza delle azioni dei personaggi. Non coadiuvato da attori poco ispirati, Oxygen fa rimpiangere il cinema greco nelle corde alte e sognanti del maestro Thèo.

[Novembre 2006]

(Oxigono) Regia e sceneggiatura: Michelis Reppas, Thanassis Papathanasiou; fotografia: Lefteris Pavlopoulos; scenografie: Antonio Danglidis; costumi: Evelyn Sioupi; musica: Nikos Kypourgos; montaggio: Ioanna Spiliopoulou; interpreti: Nena Mendi, Maria Kavoyanni, Akyllas Karazissis, Joyce Eveidi, Yannis Tsimitselis, Alexia Georgoulis, Anna Kyriakou; produzione: Safe Company, Odeon, Mega Channel, Filmmet, Greek Film Center; origine: Grecia, 2003; durata: 100’; web info: Greek Film Centre


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