Yokai daisenso
Miike Takashi è uno dei registi orientali più prolifici: dal suo esordio, all’inizio degli anni ’90, ad oggi ha girato un sessantina di film, con picchi di sei o sette lavori l’anno. La sua opera è caratterizzata da tematiche differenti anche se i cult del regista sono soprattutto horror e gangster movies con forti componenti splatter. Con Yokai daisenso ci sorprende di nuovo: abbandona l’iperviolenza di film come Audition o Ichi the killer, per dedicarsi a un fantasy per bambini. Todeshi, il piccolo protagonista della storia, si ritrova a combattere al fianco di personaggi della mitologia e delle leggende giapponesi (Yokai) in guerra contro le macchine. Il film, costato più di dieci milioni di dollari e frutto di un anno i lavoro, di per sé non è un granchè, anche se non privo di idee originali e geniali tipiche del regista. Miike Takashi infatti fa combattere gli Yokai contro mostri meccanici che prendono vita tramite i poteri di un cattivissimo principe del male e aiutate dal personaggio interpretato dell’attrice Chiaki Kuriyama (già vista in Kill Bill Vol. I di Tarantino). L’essere umano, causa della guerra della guerra, ne è completamente tagliato fuori: le macchine si nutrono dell’odio e del rancore degli uomini e non sono altro che assemblaggi di oggetti che non vengono più adoperati dagli uomini stessi. L’influenza principale è sicuramente il cult per ragazzi degli anni ’80, Labirinth, soprattutto per quanto riguarda la buffoneria dei personaggi, con spruzzate di manga, fantascienza, e di linguaggio prettamente pubblicitario (per quanto riguarda l’esilarante canzone sui fagioli durante la morte del nemico). Inoltre non mancano riflessioni sulle fantasie infantili, sul doloroso scontro interiore in prossimità della fine dell’età puerile (non a caso il Tadeshi adolescente del finale non riesce più a vedere il mostriciattolo che lo aveva accompagnato nella sua avventura). Favola ecologica, riflessioni sull’infanzia, impossibilità dell’uomo di saper far fronte ai danni da egli stesso provocati: questi sono sostanzialmente i messaggi del regista di Osaka. Yakai Daisenso è un film discreto che non appassiona molto se non viene visto con gli occhi di un bambino (giapponese, data l’ironia prettamente nipponica del film, che non sempre è chiara a noi europei), ma sicuramente un altro importante capitolo nella filmografia del geniale regista di Osaka.
[Settembre 2005]
Cast & credits:
Regia: Takashi Miike; sceneggiatura: Hiroshi Aramata, Shigeu Mizuki; fotografia: Hideo Yamamoto; interpreti: Ryunosuke Kamiki, Kiyoshiro Imawano, Hiroshi Aramata, Masaomi Kondo; produzione: Fumio Inoue.