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Cannes 2007: Le Voyage du Ballon Rouge - Un Certain Regard

Pubblicato il 20 maggio 2007 da Salvatore Salviano Miceli


Cannes 2007: Le Voyage du Ballon Rouge - Un Certain Regard

Una piccola parentesi di leggerezza: tale è Le Voyage du Ballon Rouge di Hou Hsiao Hsien. Il racconto non prevede scossoni o particolari evoluzioni. Sullo schermo, solo la storia di un’infanzia pulita, serena ma già tangente l’inevitabile caos della vita adulta, che la circonda e l’avvolge nella quotidianità di una famiglia priva della figura paterna.
Ecco, allora, che il palloncino rosso vaga con discrezione per i cieli e per le case, testimone di giochi infantili, di passeggiate nel parco insieme alla tata, ma anche della fatica di essere una madre sola (ed anche piuttosto sui generis).
Splendido - ma non è una novità - è il ’colore’ che Juliette Binoche regala al suo personaggio. Nel suo volto, sospeso tra improvvisi scatti d’entusiasmo e momenti di depressione sempre in agguato, è dipinto, con enfasi mai eccessiva, l’amore e l’ansia del tipo di madre che è chiamata ad interpretare.
Hsiao Hsien lascia che a guidare la sua regia sia lo stesso ritmo, sinuoso e mai forzato, che muove il palloncino nello spazio urbano. E allora, anche la nostra percezione del film finisce per diventare qualcosa di naturalmente pilotato, chiamandoci a limitare le nostre funzioni percettive, ad osservare e basta, a lasciarci trasportare all’interno di un mondo che è quello di tutti i giorni: fatto di lavoro, di pause, di grattacapi da risolvere. Solo, forse, con un occhio un po’ nostalgico, rivolto a quella capacità, tutta infantile, di dare libero sfogo all’immaginazione.
In tutto questo si inscrive una riflessione sul cinema come memoria, in quei filmini che la Binoche affida alla tata, studiosa di tecnica cinematografica, perché essi vengano riversati su un supporto contemporaneo e dare nuova voce a ricordi ormai scomparsi. Parallelamente, poi, la piccola macchina digitale della tata diviene terra di scoperta per il bambino, il cui occhio inizia ad abituarsi a scrutare la vita attraverso il caleidoscopico filtro elettronico. Il regista svela quindi i trucchi, ed il palloncino, da magico, in grado di stabilire autonomamente il proprio moto, vede allargarsi il proprio campo: un piccolo omino, tutto vestito di verde (così da poterlo cancellare totalmente dall’inquadratura), si scopre indirizzare con una lunga canna da pesca il suo volo.
Ma poco importa, sembrerebbe suggerirci Hsiao Hsien alla fine del film, se il velo magico è caduto. Tornando bambini potremmo rivolgere la testa al cielo e, chissà, magari perderci seguendo il folle percorso di un palloncino tutto rosso.


CAST & CREDITS

(Le Voyage du Ballon Rouge) Regia: Hou Hsiao Hsien; soggetto e sceneggiatura: Hou Hsiao Hsien, Francois Margolin; fotografia: Yorick Lesaux, Mark Lee Ping Bing; montaggio: Jean-Christophe Hym, Ching Sung Liao; interpreti: Song Fang (Song), Juliette Binoche (la madre), Simon Iteanu (Simon); produzione: Margo Film; distribuzione: Bac Film; origine: Francia; durata: 113’.


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