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FESTA DEL CINEMA DI ROMA - LA FAUTE À FIDEL

Pubblicato il 15 ottobre 2006 da Marco Di Cesare


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - LA FAUTE À FIDEL

La Genesi una e trina, vista attraverso gli occhi di diverse mitologie: giudaico-cristiana, greca, orientale. Il rosso e il nero: la Grecia, il Cile, la Spagna, il Vietnam. L’egalité o la carità cristiana del ricco verso il povero. Una coppia borghese e moderatamente di sinistra che viene folgorata su una strada che, complice l’avvento della nuova era post ‘68, la condurrà a un impegno radicale. E in mezzo una bambina, costretta a seguire i genitori in un’avventura che la lascerà disorientata e turbata.
La vicenda narrata copre gli anni stretti tra il 1970 e il 1973, quelli che hanno visto il nascere e il morire dell’utopia cilena di Salvador Allende. Fernando De la Mesa (Stefano Accorsi) è un avvocato spagnolo da tempo stabilitosi in Francia, rampollo di un’aristocratica famiglia franchista, ormai estinta, che ha sposato la benestante Marie, dalla quale ha avuto due figli: Anna (Nina Kervel) di nove anni e François, di quattro. L’improvviso arrivo della sorella, transfuga dopo l’uccisione del marito per mano della milizia di Franco, sarà l’inizio di un profondo cambiamento in Fernando, che cercherà per sé e la sua famiglia un nuovo futuro, all’insegna di una etica comunista come riscatto per il suo passato fin troppo abulico.
La faute à Fidel rappresenta l’esordio nel lungometraggio di fiction per la regista Julie Gavras (figlia del maestro greco del cinema politico, Constantin Costa-Gavras) dopo alcune esperienze all’interno del cinema documentario. Eppure è proprio l’aspetto maggiormente attinente a un possibile realismo quello che più manca al film: una storia sì di sentimenti traditi, ma legati a doppio filo a uno sfondo storico che appare posticcio e didascalico. Venceremos, la morte di De Gaulle e Allende, la provincia francese e Parigi: queste continue contrapposizioni risultano essere fin troppo facili, anche se si comprende come tutto sia visto attraverso gli occhi di una bambina che, come qualsiasi suo coetaneo (ma anche, in fondo, come gli adulti che la circondano), fa del pregiudizio una soggettiva base di conoscenza del reale.
«E’ stata tutta colpa di Fidel Castro» è la cantilena con la quale la prima domestica di casa De La Mesa, una profuga cubana, instilla nella piccola Anna il timore verso los barbudos, i comunisti senza Dio che depredano i beni della gente onesta. E questa nenia è un basso continuo che dovrebbe segnare il tono da ironica commedia di un film che può al massimo strappare qualche estemporaneo sorriso, ma senza la capacità di lasciarci riflettere più di tanto sulla condizione di due umanità talmente chiuse nelle loro contrastanti posizioni, da diventare ridicole.
Ci si sarebbe potuti attendere qualcosa di più da una pellicola che è stata il risultato del lavoro congiunto di un cast tecnico quasi completamente al femminile: una sguardo altro, magari, invece che un film che farebbe quasi pensare a un’operazione puramente commerciale, un come eravamo bagnato con frequenti spruzzate di sentimentalismo, dove lo spirito critico annega in un irritante qualunquismo. Particolarmente fastidioso risulta essere l’uso delle musiche a commento, pregne di una tale sottolineatura da sfiorare l’autoironia, forse anche involontaria.
Sinceramente, non è facile comprendere il motivo che ha spinto gli organizzatori della rassegna romana a inserire questo film all’interno della sezione Extra e non, magari, in quella dedicata al cinema dei più piccoli: forse che il film sia stato considerato più profondo e quindi più disturbante di quanto in realtà potrà mai essere?
Ciò che veramente rimarrà impressa è la performance della piccola Nina Kervel, un interessante corrucciato musetto dall’espressione sempre fiera e pensierosa, insofferente dolce reazionaria contrapposta agli altrettanto convenzionali ribelli della sua stessa famiglia, bambina e adulta allo stesso tempo. Purtroppo non resterà che attendere i danni che il doppiaggio italiano arrecherà alla prova dell’attrice.

Conferenza stampa La faute à Fidel

(La faute à Fidel) Regia: Julie Gavras; soggetto: Domitilla Calamai dal suo romanzo Tutta colpa di Fidel; sceneggiatura: Julie Gavras e Arnaud Cathrine; fotografia: Nathalie Durand; montaggio: Pauline Dairou; musica: Armand Amar; interpreti: Nina Kervel (Anna), Stefano Accorsi (Fernando), Julie Depardieu (Marie), Benjamin Feuillet (François); produzione: Gaumont e Les Films du Worso; distribuzione: Gaumont; origine: Francia 2005; durata: 99’.


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