Il genio della truffa
L’inganno che risolve felicemente la trama, un canovaccio che piace a Scott, regista pragmatico e spettacoloso. Come in Black Rain - Pioggia sporca, l’istinto delinquenziale del protagonista lo porterà a perdere tutto ma a riscattare la sua integrità, morale e psicologica. Il protagonista, un Fregoli della truffa, viene completamente rigirato: lui crede di ingannare e invece sta movendo gli ingranaggi di un raggiro infinitamente più grande. A suo danno. Cage è l’attore perfetto di questa commedia che per buona parte, in compagnia della simpatica Alison Lohman, è quasi un remake di Paper Moon. Ottime le battute presenti nel copione, sempre magniloquente l’impianto foto-scenografico, il film soffre il suo assemblaggio a “pezzettoni”, proprio come se fosse un grande ponte autostradale. Ma tanto va bene così, per un prodotto di intrattenimento, comunque di qualità. parte più divertente, la descrizione iniziale del protagonista, sofferente di disturbi nevrotici e micromanie varie, è anche quella più fiacca. È un Cage dalle braccia larghe e gli scatti esagerati l’esecutore di questa trovata oramai posticcia del neuropatico losangelino. Anche se buono, l’attore si preferisce nettamente nella variante attonita di ambulanziere e soldato-morte, come lo hanno voluto colleghi bravi quanto Scott, solo con l’esigenza di comunicare un messaggio loro proprio.
Regia: Ridley Scott; sceneggiatura: Nicholas Griffin, Ted Griffin dal romanzo omonimo di Eric Garcia; montaggio: Dody Dorn; fotografia: John Mathieson; musica: Hans Zimmer; interpreti: Nicolas Cage, Sam Rockwell, Alison Lohman, Bruce McGill; Produzione: ImageMovers/Scott Free Production; origine: USA, 2003; Distribuzione italiana: Warner