IL LEONE D’ORO DI VENEZIA 60
Vozvrašcenie è un’opera prima dove, quasi incredibilmente, tutto il cast è al suo debutto nel cinema e si devono prendere appunti per le qualità dimostrate. Il regista, trentottenne di Novosibirsk, battezza il suo film nel segno di un’autorialità ormai desueta, anche rispetto all’attuale panorama russo, e lo fa dichiarando intenti legati ai valori della tradizione e della spirito in un senso non strettamente cinematografico. Il suo racconto che inizia di venerdì e finisce la domenica, dove si vede una bibbia illustrata e il protagonista adulto fotografato come il Cristo di Mantenga, assume la fisionomia di una parabola biblica in cui al centro vi è il sacrificio del padre. Tuttavia il film non è una messa e nemmeno “una pura formalità”: per quanto disegnato con riga e squadra e lasciato sempre aperto perché lo spettatore ne tessa ulteriori possibilità, non è un’opera fredda, teorica. La sceneggiatura dona un sapore letterario squisitamente legato all’avventura di procedere verso qualcosa di misterioso; la musica ritrova la felicità del contrappunto, gli attori la loro realtà duplice di passione e forma, la natura, sublime e desolata, il suo posto flaerthyano nelle cose dell’immagine. Forse, per giudicare correttamente Vozvrašcenie si dovrà attendere la seconda prova del suo regista e vedere se l’equilibrio tra progetto, visione e destino rimarrà inalterato guadagnando un posto sicuro nella cinematografia migliore.
[Settembre 2003]