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Je m’appelle Hmmm...

Pubblicato il 3 settembre 2013 da Filippo Baracchi

VOTO:

Je m'appelle Hmmm...

Bordeaux. Giorni d’oggi.
Céline è una dodicenne francese in fuga da casa che decide di compiere un viaggio in un camion rosso assieme a Peter, un camionista scozzese sulla quarantina. Nel suo viaggio vorrà scoprire, sorprendersi, stupire, amare e dimenticare...

Prendere il sogno come elemento narrativo non è mai semplice, metterlo in scena attraendo e affascinando lo spettatore necessita maestria tecnica e soprattutto profonda e innata sensibilità. Se si affrontano poi delle tematiche di cronaca, come la violenza su minori, il rischio è di cadere nella retorica moralistica allontanando lo spettatore o oppure infastidendolo.
Je m’appelle Hmm... supera questa prova in modo astuto e attento cercando di aprire chiavi di lettura che vanno oltre la tematica del semplice "fatto di cronaca": il ricordo, l’amore, l’adolescenza, la fuga, il passato.
La scelta del viaggio come elemento narrativo scatenante della storia apre infatti orizzonti che vanno a riflettere nell’intimità dello spettatore e scavare nel suo profondo.
Infatti se universalizziamo il film in chiave non solo cronanichistica, ma di genere, come la forma stilistica dimostra, può essere metaforicamente un ritratto dell’Europa di oggi: la sua verginità è già stata spezzata e mai più potrà ritornare.
Potremo solo noi sognatori cercare di stupirci e stupire chi sta accanto al nostro viaggio.
ll peggio è di fronte ai nostri occhi, nella quotidianità, nella solitudine dei rapporti e delle persone. Nell’incapacità di decidere e di poter opporsi (si veda la figura del padre di Céline). Perché accusare il sognatore e non mettere sotto accusa la realtà?

La designer Agnés B., alla sua prima opera, dimostra di fare tesoro della lezione sperimentale godardiana, creando un film che ha degli elementi artistici semplici ma ben coordinati.
La soggettiva amatoriale di Céline non risulta in nessun passaggio un esercizio di stile fine a se stesso, ma permette di mettere il film su più livelli emotivi, giocando e mescolando ricordo istantaneo a emozione fisica del personaggio. Memorabili momenti tra i viaggiatori di diversa nazionalità che si ritrovano nel bosco, riflettendo sul destino.

Al cinema ci si può sorprendere e stupire ancora. E forse di questi film ha bisogno il cinema europeo per nascere e formarsi.


CAST & CREDITS

(Je m’appelle Hmm); Regia: Agnès B. (as Agnès Troublé); sceneggiatura: Agnès B., Jean-Pol Fargeau, Christopher Yggdre; fotografia:Jean-Philippe Bouyer; montaggio: Jeff Nicorosi; interpreti: Douglas Gordon, Lou-Léila Demerliac, Sylvie Testud, Jacques Bonnaffé, Marie-Christine Barrault, Jean-Pierre Kalfon, Jean-François Garreau; produzione:Love Streams Productions; distribuzione: (francese) Epicentre Films; origine: Francia, 2013; durata: 120 ’;


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