L’autre – Venezia 65 - Concorso

Dopo diciotto anni di matrimonio Anne-Marie decide di separarsi da Alex. I due si amano ancora infinitamente, ma mentre Alex è contento dell’andamento della vita coniugale, Anne-Marie vuole tornare a sentirsi libera, ritenendo soffocante il rapporto col marito, che la rende diversa da come vorrebbe sentirsi, e giudicandosi inappropriata come donna, compagna di vita. La loro è una separazione serena ed i due restano amici, tanto da frequentarsi spesso per andare al cinema o a mangiare un boccone insieme. Lui però non riesce a rassegnarsi e confida alla donna di non voler nessun’altra compagna che non sia lei. Anne-Marie però insiste affinché Alex frequenti altre donne, decisa più che mai a proseguire nella sua scelta di separazione. Quando però l’uomo incontra un’altra donna e decide di tenerla lontana da Anne-Marie, quest’ultima impazzisce di gelosia e comincia a trasformarsi in una vera e propria paranoica che vede misteri e complotti ovunque, giungendo addirittura a vedersi spiata dalla sua stessa immagine riflessa allo specchio.
Un film delicato ed accattivante che indaga sulla psiche e sull’animo umano. Le inquadrature lente e sinuose, la fotografia scurissima, il volto inquietante della bravissima Dominique Blanc aiutano il pubblico a calarsi in un mondo cerebrale che a poco a poco si fa sempre più misterioso e insalubre. La musica onnipresente sospende lo spettatore in un continuo clima claustrofobico e carico di tensione che si scioglie solamente nell’inquadratura finale.
Non è mai semplice mostrare in maniera concreta una degenerazione mentale e di stati d’animo come quelle derivanti dalla gelosia, i due registi transalpini non solo riescono a tradurre perfettamente in immagini lo straordinario romanzo di Annie Ernaux L’occupation, ma lo fanno percorrendo strade alternative e non mettendo mai in scena idee semplici o banali. La follia della donna viene sezionata al microscopio, si scrutano occhi, bocca, conversazioni con amici, qualunque cosa entri in contatto con la sua persona o faccia parte del suo quotidiano.
L’incomprensibilità dei suoi gesti non viene mai giudicata ma solamente osservata e proposta allo spettatore, rendendo reale e tangibile tanto il dolore ed il cambiamento di Alex, quanto quello della donna stessa. Il personaggio maschile che a poco a poco scompare per proteggere la sua nuova compagna, mentre le allucinazioni della donna crescono a dismisura, assumendo una forma sia fisica che psichica sullo schermo, indicano una grande maturità registica.
L’unica pecca è forse quella di allungare un po’ troppo il brodo verso il finale ed in alcuni casi di tendere forzatamente verso una lettura eccessivamente intellettuale della follia. Per il resto, L’autre si presenta come uno dei più bei film in concorso ed uno dei maggiori accreditati alla vittoria finale, soprattutto vista la scarsa presenza di competitor degni di questo nome.
(L’autre) Regia e sceneggiatura: Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic; fotografia: Pierric Gantelmi d’Ille; montaggio: Yann Dedet; musiche: Rep Muzak; interpreti: Dominique Blanc (Anne-Marie), Cyril Guei (Alex), Peter Bonke, Christele Tual; produzione: Ex Nihilo; origine: Francia 2008; durata: 97’.
