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L’exil et le royaume – Venezia 65 – Orizzonti

Pubblicato il 3 settembre 2008 da Luca Lardieri


L'exil et le royaume – Venezia 65 – Orizzonti

“Il vero padrone è colui che usa le cose o è colui che le distrugge? È colui che le distrugge, perché solo così può dimostrare di possederle veramente. Se invece le usa dimostra di esserne schiavo”.

Si apre così il singolare documentario di Jonathan Le Fourn e Andrei Schtakleff. La figura di un uomo non completamente centrato nell’inquadratura di una macchina a mano quasi fissa che spiega il proprio punto di vista sul concetto di padrone. Dopodichè il tutto si trasforma in volti, anime e corpi di bizzarri personaggi che si susseguono intrecciandosi in continuazione. Facce che nascondono storie che odorano di vita vissuta e che catturano con fermezza lo sguardo dello spettatore. Una ex insegnante che gira per le strade di Caleis alla ricerca di poliziotti da “redimere”, protestando contro il governo di Sarkozy e contro il loro ruolo che da simbolo di garanti dell’ordine si è tramutato in quello di esecutori di leggi ritenute razziste. Squadracce alla ricerca di rifugiati politici da rispedire al loro luogo di origine. Un ex ferroviere sommerso di ricordi che lo rendono un soggetto estremamente interessante e pieno di malinconia da scrutare e sul quale indagare. Un ragazzo afgano in cerca di un nascondiglio e le storie di altri protagonisti che si sfiorano senza mai incontrarsi.

Un’operazione alquanto complessa quella in cui si sono cimentati i due giovani registi (classe 1979 e 1983) alle prese con il loro primo film. Un documentario al limite tra classicismo ed innovazione, in cui, a differenza degli altri documentari proposti nella sezione orizzonti, la telecamera si fa sentire continuamente e viene addirittura tirata in ballo più e più volte dai protagonisti stessi. Il dialogo tra quest’ultimi e i loro intervistatori viene palesato spesso e volentieri per cercare di abbattere in ogni modo la quinta parete senza far immedesimare troppo il pubblico. Pubblico che nelle loro intenzioni, deve avere una visione oggettiva e non empatica di ciò che avviene sullo schermo, in maniera tale da riuscire a far costruire loro una propria idea in maniera del tutto personale e non indotta con facili mezzucci. Il tutto però viene reso alquanto noioso dall’eccessiva durata del film (ben 127 minuti), da molti punti morti e inquadrature eccessivamente ridondanti che finiscono per innervosire e far perde il filo del discorso. Un’opera riuscita a metà che a causa dei suoi eccessivi difetti d’ingenuità rischia di lasciarsi gettare nel dimenticatoio generale della mostra, soprattutto da chi ne ha abbastanza di pellicole dall’eccessiva presunzione registica, travestita da visione oggettiva e alla portata di tutti. Davvero un peccato.


CAST & CREDITS

(L’exil et le royaume) Regia, sceneggiatura: Jonathan Le Fourn e Andrei Schtakleff; montaggio: Alexandra Melot; produzione: Chateau-Rouge production; origine: Francia 2008; durata: 127’.


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