Lonsj – Venezia 65 – Settimana della critica

Il rumore assordante di uno schianto sullo schermo totalmente nero. Improvvisamente il primo piano di un pedone investito e il volto sbigottito dei due occupanti la vettura incriminata. Un sordido accordo, nuovamente nero, titoli di testa. Questo è il fulminante inizio di Lonsj, un film che ha l’incipit di un noir e prosegue come una commedia tragicomica dalle sfumature grottesche che si lascia vedere ed apprezzare nonostante gli intenti della regista non siano completamente chiari. Suddiviso in un prologo e ben sei atti in cui si incontrano e scontrano le assurde vite di otto protagonisti, uomini e donne dalle esistenze singolari, racconta i problemi di tutti i giorni, come lavoro, soldi relazioni interpersonali, donando loro una connotazione totalmente pessimista. Partendo dagli appartamenti di una strana palazzina, si arriva a scoprire e conoscere persone scontente della propria esistenza e alla continua ricerca di qualcosa che possa rompere la tediosa monotonia. Si susseguono così sullo schermo:
un giovane studente squattrinato alla ricerca di soldi per poter pagare l’affitto;
una ragazza semiautistica con un talento particolare nel preparare panini;
un uomo d’affari neopadre alle prese con una crisi di mezza età e sua moglie completamente succube del marito e priva di personalità; una segretria alla continua ricerca di un uomo;
l’amministratore del condominio perennemente impegnato a simulare una vita normale al fianco della moglie tetraplegica.
Si ritroveranno tutti nel ristorante Lonsj dove le loro esistenze verranno "sconvolte" dall’improvviso e bizzarro arrivo di uno stormo di uccelli.
Un film molto gradevole e divertente, condito da una regia vivace, mai statica e da delle trovate nonsense veramente spassose. La pellicola che a nostro modo di vedere vuole essere una sorta di Magnolia in piccolo, sospesa tra amarezza e grottesco ha il grande prggio di essere originale ma senza spocchia, piena di metafore spontanee e genuine, assolutamente prive di forzature autoriali. Gli attori che si muovono agilmente in una sceneggiatura assai complessa, dimostrano ancora una voltà tutta la validità degli interpreti scandinavi e di come la regista abbia posto molta attenzione al rapporto con loro, non tralasciando la messa in scena. Quest’ultima, precisa come un orologio, prende vita attraverso una fotografia geniale e coloratissima che segue l’anima dei personaggi con diverse tonalità pastello.
Un film che potremmo definire impressionista, capace di smuovere le viscere fin dentro al posto più recondito dell’anima, senza saperne il vero motivo. Bellissimo!
(Lonsj) Regia: Eva Sorhaug; sceneggiatura: Per Schreiner; fotografia: John Andreas Andersen; montaggio: Sophie Esselberg, Wibecke Ronseth, Christian Siebenherz; musiche: Bugge Wesseltoft; interpreti: Ane Dahl Torp (Leni), Pia Tjelta (Heidi), Aksel Hennie (Christer), Bjorn Floberg (Kildahl); produzione:4 1/2 ; origine: Norvegia 2008; durata: 85’.
