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Nuit de chien - Venezia 65 - Concorso

Pubblicato il 3 settembre 2008 da Giampiero Francesca


Nuit de chien - Venezia 65 - Concorso

In un non-luogo a metà fra la Francia postbellica e le atmosfere di 1984 di Orwell Werner Schroeter ambienta la sua lunga Nuit de chien. Un incubo ad occhi aperti, una notte di guerra, violenza, soprusi e povertà. Una parabola sul lato oscuro del potere e sui rischi di una società dissociata e dissociante, preda delle proprie angosce.

Le luci brillanti di una città mitteleuropea in apparenza quieta, un treno fermo sui binari di una comune “gare du nord”, un uomo (l’intenso Pascal Greggory), abito grigio e volto ancor più cupo, intento ad osservare la realtà intorno a lui. Una notte apparentemente serena. Ma fuori dai cancelli della stazione, fra le strade, nei lunghi viali, nelle piazze regna il caos. Uno scenario apocalittico in cui dominano solo la violenza e la sopraffazione. Un universo parallelo sconquassato da una inspiegata guerra civile, senza regole, popolato da uomini privi di scrupoli o morali. Una realtà in cui la speranza, simboleggiata da una nave pronta a salpare, è ormai irraggiungibile utopia chiusa dietro a cancelli, militari e colpi di kalashnikov. Un mondo in cui la politica ha ormai svelato il suo lato peggiore, quello fatto di bieco utilitarismo, tornaconti personali, doppi giochi e sotterfugi. Un luogo in cui il bene comune non ha ragion d’essere e gli ideali, come ricorda lo stesso Ossorio /Greggory, sono soggiogati a bisogni ben più biechi e materiali. Non importa se ci si nasconda dietro gli slogan da sinistra massimalista o se invece si creda nella militarizzazione, nella “sicurezza forzata”, di destrorsa memoria. Tutti sono preda dei un potere cresciuto come un cancro ingordo consumatore di tutto e tutti . Neanche gli eroi, in un mondo così, hanno un futuro.

Con un stile ed una messa in scena iconograficamente e stilisticamente molto ricca e personale Schroeter mette dirige un vero incubo contemporaneo. Prendendo a piene mani da tutte le nostre più comuni paure, esasperandole fino all’irreale, trasforma la terribile notte di Ossorio in una parabola sui concetti stessi di guerra, paura, potere e violenza. Una sorta di monito rivolto all’occidente, da qualunque colore lo si veda. A chi liquida con troppa scioltezza e colpevole disinteresse le differenze, le disuguaglianze che popolano il nostro occidente ma anche a chi pensa, con bieco populismo, di dissolvere le nostre paure popolando le nostre strade, i nostri viali, le nostre piazze con schiere di soldati



Giampiero Francesca


CAST & CREDITS

(Nuit de chien) Regia: Werner Schroeter; sceneggiatura: Werner Schroeter, Gilles Taurand tratto da un romanzo di Juan Carlos Onetti; montaggio: Julia Gregory, Bilbo Caòvez; fotografia: Thomas Pienert; interpreti: Pascal Geggory (Ossorio), Bruno Todeschini (Morasan), Amira Cesar (Irene), Eric Caravaca (Villar); produzione: Alfama Films Production, Filmgalerie 451, Clap Filmes; origine: Francia, Portogallo, Germania, 2008; durata: 120’.


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