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Premio per il Miglior Attore a The Banishment (Izgnanie) - Concorso

Pubblicato il 27 maggio 2007 da Salvatore Salviano Miceli


Premio per il Miglior Attore a The Banishment (Izgnanie) - Concorso

Un film è ben lontano dall’esaurirsi nell’analisi della storia che esso racconta. Un film è fatto di immagini che evaporano in sensazioni, di fotografie che inseguono stati d’animo, di un linguaggio che insieme congiunge verbo e vista.
Dovrebbe essere sempre così. Certamente lo è quando ci si trova davanti al cinema di Andrei Zviaguintsev, già autore de Il Ritorno, suo lungometraggio d’esordio, vincitore del Leone d’Oro nel 2003.
The Banishment (t.o. Izgnanie) procede in una narrazione quasi ammutolita nella sua esplicazione orale, facendosi scudo di un percorso parallelo in cui è l’ambiente naturale, la contrapposizione tra campagna e città, l’incedere quasi immobile del gusto, dei colori, del tempo a dare carne al vero percorso di significazione. Costretti dalla sintesi, sarebbe forse giusto parlare di una storia familiare, in cui è l’amore tra moglie e marito, quello cioè costituente e primigenio del nucleo stesso in questione, ad essere raccontato. Ed è un amore reale, complesso, non cinematografico, costretto a prestare il fianco alla durezza di un rapporto che da intimo volge verso il distaccato, fino ad arrivare quasi all’impersonale e al culmine di una crisi riassunta in un, presunto o meno, tradimento.
I 150’ minuti di proiezione non scivolano leggeri, eppure, resistendo a quell’attimo di scoramento legittimo, ben presto si acquista la sensazione che la prolissità, l’estensione dei gesti e delle situazioni non sia mera lungaggine espressiva, ma traccia funzionale di una poetica che pare necessitare di un respiro così ampio per potersi manifestare pienamente. Certi passaggi, certe scelte sintattiche e certe evoluzioni narrative non sempre convincono. Al contrario, in qualche caso è giusto parlare anche di fastidio, ma il tutto viene superato nell’avvertire la presenza di una scelta, da parte del regista, che ancora prima che tecnica apre le porte all’autorialità. E se l’applauso non fruisce spontaneo al riaccendersi delle luci, ciò non si motiva con un giudizio negativo ma, probabilmente, con la necessità di un momento di riflessione in più, in cui riordinare immagini e suoni, voci e colori, per avvertire pienamente la compiutezza della pellicola.
Un ringraziamento particolare a Zviaguintsev va per la scelta della protagonista, Maria Bonnevie, unica attrice non russa, bensì scandinava, del cast. ‘Bionda quasi senza averne l’aria’, (parafrasando una nota canzone), la Bonnevie mette in gioco un’interpretazione forte e delicata al contempo. Nel mostrare la sofferenza e la debolezza del suo personaggio, sgorga spontanea la sua notevole potenza espressiva.
Difficile potersi sbilanciare a così pochi giorni dall’inizio del Festival; certo è, però, che The Banishment non è troppo lontano, ancora una volta per struttura narrativa e formale, ai quei valori che Cannes ha da sempre dimostrato di apprezzare.


CAST & CREDITS

(Izgnanie) Regia: Andrej Zviaguintsev; soggetto: basato sul romanzo The Laughing Matter di William; sceneggiatura: Andrei Zviaguintsev, Oleg Negin, Artem Melkumjan; fotografia: Mikhail Krichman; montaggio: Anna Mass; musica: Andrei Dergachev, Arvo Part; interpreti: Konstantin Lavronenko (Alex), Maria Bonnevie (Vera), Alexander Baluev (Mark); produzione: Ren Film; distribuzione: Pyramide; origine: Russia; durata: 150’.


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