Roma 2008 - O’ Pai O’ - L’occhio sul mondo

Guarda un po’, viene da dire. Non è solo una tipica espressione bahaiana e la traduzione del titolo del film di Monique Gardenberg; è la frase che sintetizza il misto di ammirazione e curiosità che il cinema brasiliano ci infonde in queste prime giornate di festival. Una sezione finora tra le più interessanti, ricca di proposte originali ed eterogenee, tra realismo e gusto per l’eccesso visivo, per l’iperbole stilistica. Dopo il folgorante Estomago ecco un nuova inusuale visione, un racconto originale, estroso, che mescola stili e generi diversi, intriso della cultura e degli umori del paese sudamericano. Sono le piccole storie di un gruppo di abitanti di Pelourinho, un quartiere di Salvador, vissute durante l’ultimo giorno di Carnevale. Un coro molto compatto, che vive ammassato in un piccolo palazzo amministrato da Joanna, donna devota al Signore ma abbandonata dal marito e alle prese con due figli piccoli e scapestrati. Tra bisogno di denaro, donne in gravidanze indesiderate, acqua tagliata e piccole risse (che terminano sempre senza feriti o contusi) dominano i temi centrali della cultura popolare: la presenza della religione nella quotidianità, mista ad elementi pagani; le pulsioni sessuali, che pervadono ogni individuo; il gusto per il trasformismo e il travestimento; l’amore per la musica e la danza, in un unicum inscindibile; la voglia di esibirsi e di esprimersi attraverso il proprio corpo; i pericoli della vita di strada; il vitalismo sfrenato come amore per la vita, pur se irta di difficoltà. Elementi che interagiscono in questo musical anomalo dove anche i dialoghi vengono pronunciati ritmicamente, e i corpi si muovono in una danza continua. Ed anche quando le parole sono più amare, come nel monologo pronunciato da Lazaro Ramos sull’uguaglianza tra bianchi e neri, tutto si risolve in un sorriso, ogni serietà smontata da un sguardo. Privo di intenti moralistici, il film dichiara subito la sua chiave spettacolare, la sua piacevole finzione; Monique Gardenberg si affida al genere per divertire con intelligenza, non scade nella volgarità. E’ un Carnevale di immagini divertenti e divertite, che scivola leggero e si "accontenta" di essere un musical, non arrischiando indagini sociologiche o etnografiche. Sembra dunque di ritrovarsi lì, tra il brulicare della folla dietro i carri colorati. Una mescolanza razziale e culturale vissuta come ricchezza, una risorsa per il paese, anziché come un handicap o un problema da risolvere.
O’ Pai’ O’ è un atto d’amore verso questo vitalismo disordinato e affascinante, che si esprime nella teatralità quotidiana come nella ricerca dei piaceri della carne. In un’estetica dell’istante, della vita vissuta hic et nunc, affrontata senza le nostre nevrosi.
(Ó Pai, Ó); Regia e sceneggiatura: Monique Gardenberg; fotografia: Eduardo Miranda; montaggio: Giba Assis Brasil, João Paulo Carvalho; musica: Caetano Veloso, Davi Moraes; interpreti: Lázaro Ramos, Emanuelle Araújo, Tânia Toko, Wagner Moura, Luciana Souza; produzione: Globo Filmes, Dueto Filmes, Dezenove Som e Imagens, Natasha Filmes; origine: Brasile, 2007; durata: 96’
