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Roma 2008 - The home of the dark butterflies - Alice nella città

Pubblicato il 30 ottobre 2008 da Viviana Eramo


Roma 2008 - The home of the dark butterflies - Alice nella città

Programmato all’interno della sezione Alice nella città, arriva al Festival di Roma il film finlandese candidato alle nomination come miglior film straniero agli Oscar 2009. The home of the dark butterflies, opera seconda del regista Dome Karukoski, ripropone il tema del recupero di ragazzi difficili per mezzo di quel sistema ambiguo che è il riformatorio in tutte le sue forme e varianti.

A Juhani, colpevole di aver ucciso il fratellino ancora neonato e intollerante nei confronti delle famiglie a cui viene affidato, tocca, appena adolescente, un atipico istituto maschile chiamato “l’isola”, al quale è affidato in custodia cautelare. Dopo il primo inutile tentativo di fuga, il ragazzo è costretto a sottostare alle regole di questa microsocietà, in cui, come in tutte le situazioni di prigionia, l’esercizio del potere non segue necessariamente quello della legalità, ma apre varchi nei quali è il gesto o la parola del più forte a imporsi . Così succede a Juhani che, nel giro di poche ore, viene schiaffeggiato dal capo dell’istituto e costretto a subire manifestazioni di nonnismo da parte degli altri ragazzi ospiti dell’isola. Se il film sceglie di istituire numerosi flashback, lo fa non per mostrarci poi le difficoltà del nostro protagonista da adulto, provato da un’adolescenza senza spensieratezza (sul modello del non troppo riuscito Sleepers), ma - omettendo per una volta l’età adulta – al fine di tracciare un percorso di disvelamento progressivo della verità circa quello che successe la notte dell’assassinio del fratellino, come in un giallo ad alta tensione.

In questo senso l’isola, paesaggio naturale di rara bellezza e isolamento, assolve alla duplice funzione di paradiso e inferno, come lo stesso sovrintendente della casa premette al nostro protagonista. Da una parte, infatti lo allontana da un padre forse non biologico, figura dispotica e ambigua, dando così la possibilità a Juhani di rifarsi una vita. Ma, si sa, per giungere al paradiso si passa per l’inferno, e allora il film - tratto dal best seller della scrittrice finlandese Leena Lander - trasforma l’isola in un incubo ad occhi aperti, nel quale si riproporranno, ad opera degli abitanti dell’isola, i tradimenti e le brutte faccende che il nostro protagonista era già stato costretto ad affrontare prima di approdarvi. Così, la ricerca di un seppur instabile equilibrio - aiutata dall’incontro subito ricco di vibrazioni con la bella figlia dell’educatore - comincia il suo rapido declino non appena il passato inarrestabile torna ad affacciarsi sulle sponde dell’isola evidentemente impossibile da lasciare per Juhani, ma non impermeabile al ritorno di suo padre, che lo rivorrebbe a casa. E’ del padre/patrigno infatti l’idea di coltivare bachi da seta nella serra dell’isola e, quando verranno tagliati i fondi alla casa di recupero, tutti i ragazzi si impegneranno a dare un futuro a quello che ormai sentono come loro unico posto nel mondo. Basterà questo per innescare un meccanismo infernale per cui progressivamente il protagonista rivivrà in uno stato di allucinazione i momenti terribili di quella notte di tanti anni prima, sull’onda di un presente che drammaticamente ripete gli stessi schemi.

Il film istituisce, grazie ad un regia efficace e ad un montaggio puntuale, la sovrapposizione dei due piani giungendo allo spannung senza sbrindellarsi. E ancor di più, grazie a questa trovata, la pellicola disegna, caricandolo di suggestione, il rapporto mai risolto tra il protagonista e il mondo degli adulti colpevoli di non riuscire a proteggerlo. L’acqua, topos di vita e di morte, segna il prologo del film fotografato splendidamente e diventa il vero leitmotiv della pellicola, elemento ambivalente che connota insieme il baratro e la rinascita della storia di questo piccolo uomo, potenzialmente destinato ad essere sommerso e invece salvato, come un baco da seta non protetto miracolosamente sopravvissuto.


CAST & CREDITS

(Tummien perhosten koti); Regia: Dome Karukoski; sceneggiatura: Marko Leino (based on Leena Lander’s book); fotografia: Pini Hellstedt; montaggio: Harri Ylönen; musica: Panu Aaltio; interpreti: Tommi Korpela (Harjula), Niilo Syväoja (Juhani), Eero Milonoff (Salmi), Niko Vakkuri (Hämäläinen), Iiro Panula (Sulkava); produzione: Solar Films; origine:Finlandia 2008 ; durata: 105’


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