The Visitor – Venezia 65 – Settimana della critica

Ai confini di un bosco finlandese vive una stranissima famiglia, composta da una giovane madre zoppa e un bambino probabilmente muto o, scosso da qualcosa di tremendo, deciso a non emettere più alcun suono. Nascosto all’interno di questo bosco dalla vegetazione fittissima, vive un uomo barbuto e ammanettato, il quale, visto lo stretto e singolare rapporto che lega i due, sembra essere il padre del ragazzo. Un giorno la “tranquillità” della famiglia viene scossa dall’arrivo di uno sconosciuto, il quale, ferito all’addome, si rifugia a casa dei due protagonisti per un lungo periodo. Comincia così un viaggio onirico a metà tra incubo e allucinazione che in un clima sempre più claustrofobico e spiazzante porterà ad uno strano epilogo.
Jukka-Pekka Valkeapaa compone un puzzle irrisolvibile dotato di una fotografia cupa e densa come la nebbia di quei luoghi che spiazza totalmente lo spettatore, provocando un senso d’angoscia costante, grazie ad atmosfere in bilico tra Twin-Peaks e surrealismo prima maniera. C’è un gioco di sguardi e di rimandi al senso della vista che il regista compone come a voler omaggiare la settima arte. Un film in cui la parola è quasi totalmente assente e che, quando compare, giunge all’orecchio dello spettatore priva di significato, incomprensibile ai fini della storia. Le inquadrature sghembe, le immagini continuamente mostrate da buchi attraverso il pavimento o simulando la soggettiva di un pozzo, affascina lo sguardo del bambino perennemente con gli occhi sgranati e alla ricerca di un senso riconducibile alla ragione. Senso che non arriverà mai, poiché Muukalainen non è stato concepito in maniera classica e quindi non possiede una storia lineare o comunque comprensibile, ma è un compendio di emozioni e stati d’animo messi gli uni di fianco agli altri capaci di attirare l’attenzione e legare lo spettatore alla sedia. Infatti superata la prima metà del film, in cui ci si annoia nel vano tentativo di collegare tra loro i fili della trama, si resta ammaliati dalla bellezza delle immagini, dal suono inquietante che smuove le viscere e dalla continua sensazione di Déjà vue del subconscio o da incubo vissuto durante il primissimo periodo dell’infanzia. Un film che non va visto ma vissuto, alla fine del quale si prova una strana, piacevole sensazione che come un buon vino si sedimenta e cresce corposa col passare dei minuti che separano la fine del film dal ritorno a casa. Magnetico!
(Muukalainen) Regia Jukka-Pekka Valkeapaa; sceneggiatura: Jan Forsstrom e Jukka-Pekka Valkeapaa; fotografia: Tuomo Hutri; montaggio: Mervi Junkkonenn; musiche: Helena Tulve; interpreti: Vitali Bobrov, Emilia Ikaheimo, Pavel Liska, Jorma Tommila; produzione: Backup Films; origine: Finlandia 2008; durata: 104’.
