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VENEZIA 63: YI NIAN ZHICHU (DO OVER)

Pubblicato il 4 settembre 2006 da Matteo Botrugno


VENEZIA 63: YI NIAN ZHICHU (DO OVER)

Già vincitore del Festival di Taipei, il primo lungometraggio del giovane e talentuoso regista Cheng Yu-Chien, viene presentato alla Settimana Internazionale della Critica come film rivelazione della cinematografia taiwanese. In effetti Do over presenta diversi spunti di riflessione, sia dal punto di vista tecnico che tematico.
E’ impossibile riuscire a riassumere in poche righe gli intrecci narrativi di quest’opera: sei personaggi cercano il ‘finale’ delle loro storie personali, durante una lunga nottata a cavallo tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, in cui le vicende di ognuno si mescolano con quelle dell’altro tramite una serie di intricati incastri spazio-temporali. L’elemento più lampante dell’opera è l’abilità tecnica di un autore che coraggiosamente sperimenta originali movimenti di camera ed un uso anomalo di luci, ombre e colori. Ogni situazione è legata ad una serie di modalità differenti nel gestire la macchina da presa, da cui risultano diverse atmosfere a seconda delle vicende narrate. Camera a mano, montaggio frenetico e tinte acide quindi per quanto concerne le scene d’azione; fotografia caratterizzata da colori tenui e da un uso di luci eteree invece, per quanto riguarda i momenti più introspettivi, in cui personaggi si ritrovano a convivere col peso della loro interminabile ricerca della felicità. Gli incastri dell’azione, il continuo andare avanti e indietro di un tempo che a volte si ferma e spesso corre velocemente, finali lasciati in sospeso ed altri addirittura ’bruciati’ come una pellicola cinematografica: l’ambiziosa sceneggiatura tende a trasformare la vita reale in un grande film, in cui il regista può permettersi di giocare con i personaggi come se fossero i pezzi di una scacchiera. Cheng Yu-Chien diventa l’unico vero protagonista di un’opera in cui viene messa un po’ troppa carne al fuoco e in cui si avverte spesso il rischio che la situazione possa sfuggirgli di mano da un momento all’altro. Ma il regista supera la prova proprio avvalendosi di un linguaggio di cui sembra essere padrone e tramite l’inserimento di un piccolo tocco di poesia che stempera la freddezza di qualche tecnicismo esasperato.
I personaggi del film sono veri fino al punto in cui l’autore taiwanese non decide di intervenire tagliando, modificando e riscrivendo ‘in corsa’, esattamente come uno dei protagonisti (il regista, appunto). Essi diventano metafora dei sentimenti umani guardati inizialmente con estremo pessimismo; solo al termine del film (o il regista che li governa totalmente?) troveranno il loro ’vero’ finale e spiegheranno le ali come una farfalla, che diviene simbolicamente la forza di andare in fondo alla propria ricerca e, tecnicamente, il momento in cui il film perviene ad un agognato e sereno epilogo.
La vita termina in qualche modo diverso dalla morte? E’ possibile cambiarla radicalmente, come potrebbe fare un autore con il proprio testo? Passato, presente e futuro diventano le tappe percorse su una strada in costruzione; il desiderio prende le sembianze di una farfalla e l’incertezza di ciò che verrà, raffigurata tramite un improbabile viaggio dall’altra parte della luna, è un deserto lontano migliaia di chilometri o un’oasi serena in cui rifugiarsi.
A cavallo tra Magnolia e Amores perros, Do over a volte sembra cedere alla facile retorica, ma al di là di qualche scivolone evitabile, il film è solido; malgrado il messaggio che trapela sia spesso mascherato da una trama di difficile fruibilità, il pensiero dell’autore si manifesta in modo chiaro ed evidente. Qualcuno ha accusato di presunzione il giovane regista, confondendo probabilmente il coraggio di mettere in piedi un’opera originale ed intricata con la spocchia del primo arrivato. Senza dubbio il lavoro rivela i suoi tratti migliori nell’evidenziare la tecnica registica più che l’effettiva solidità del messaggio. Un esercizio quindi? Forse, ma di gran classe.

(Yi nian zhichu); Regia: Cheng Yu-Chien; Sceneggiatura: Yu-Chieh Cheng; fotografia: Jake Pollock; montaggio: Po-wen Chen, Chuen-Hsiou Liu; musica: Giong Lim; interpreti: Zong-Hua Tuo, Ching-Guan Wang, An-An Shu, Chien-wei Huang, Ying-Shuan Kao, Yu-Luen Ko, Rong-Rong Chang; produzione: Top Film Corporation, Leader Entertainment Corporation Ldt; origine: Taiwan, 2006; durata: 113’


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