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Women – Venezia 65 – Orizzonti

Pubblicato il 5 settembre 2008 da Luca Lardieri


Women – Venezia 65 – Orizzonti

La Cina vista da una prospettiva diversa, sezionata e analizzata da chi ha vissuto il regime comunista ed ha sofferto uno stato onnipresente e asfissiante che con Mao Tse Tung ha toccato il proprio culmine.

Il regista Hung Wenhai presenta un documentario molto semplice linguisticamente ma che non poteva non essere selezionato a questa sessantacinquesima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, la quale ha cercato di riproporre una visione geopolitica internazionale molto più approfondita e curata, soprattutto del lungo periodo che parte dagli inizi degli anni sessanta e arriva fino ai giorni nostri. La macchina da presa, una semplice telecamera digitale, scruta da lontano i volti che man mano si susseguono davanti all’obiettivo. Senza fronzolo alcuno o movimento di macchina particolare (l’ottanta percento delle inquadrature sono campi lunghi con macchina fissa) il cineasta orientale si sofferma soprattutto sui racconti strazianti di chi ha sofferto ed ha addirittura sperimentato le tristemente celebri carceri cinesi. In un universo in cui non c’era spazio alcuno (e più volte si lascia intuire che la situazione di oggi è pessima quasi quanto allora) per proteste o rimostranze contro la propria patria, chiunque mostrasse una coscienza individuale più forte rispetto a quella della “comunità” era oggetto di persecuzioni. Una vita spesa in disordini politici che li ha trasformati in soggetti considerati pericolosi e quindi perennemente osteggiati, controllati ed intimiditi. Una Cina diversa, quella dei cosiddetti invisibili che nel corso degli anni hanno passato il proprio testimone a ragazzi più giovani ma sempre tenacemente agguerriti.
L’argomento pur essendo molto interessante, reso tale dall’ottima selezione dei soggetti narranti i propri inquietanti e terribili spaccati di vita, alla lunga tende ad annoiare lo spettatore, intorpidito dal pessimo audio (molto probabilmente acquisito attraverso il microfono integrato della videocamera) e dalle inquadrature fisse, anonime. Quasi sicuramente questa scelta è stata obbligata dai soggetti intervistati, penalizzando la fruibilità di tale documento, il quale eliminando "totalmente" la parte visiva, rende superflua la propria identità cinematografica. Detto ciò Women resta comunque una pellicola fondamentale che avvicina ulteriormente noi occidentali ad una realtà ancora molto criptica.


CAST & CREDITS

(We) Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio Hung Wenhai; produzione: Wenhai Film Studio; origine: Cina 2008; durata: 102’.


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