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The Twilight Saga: Eclipse (Conferenza stampa)

Pubblicato il 20 giugno 2010 da Marco Di Cesare


The Twilight Saga: Eclipse (Conferenza stampa)

Roma, 17/06/2010 - È una mattina bella come tante altre che Roma sa regalare, quella scelta per la presentazione di Eclipse, terzo episodio della saga teen romance di Twilight, con i due giovani attori Kristen Stewart e Taylor Lautner accolti in una sala del cinema Adriano gremita di giornalisti.

Visto che, fin dai romanzi, una delle cose più interessanti di Twilight sono i punti di vista da cui viene raccontata la storia, vorrei chiedere - più che a Kristen e a Taylor, a Bella e a Jacob - di raccontare di Eclipse dalla loro prospettiva.

T. Lautner Devo dire innanzitutto che Eclipse è il mio libro preferito ed è diventato anche il mio film preferito, almeno di questa serie: prende tutto quello che compone la serie (ovvero la storia romantica, l’azione e il pericolo) e lo porta a un livello superiore; quindi c’è molto più pericolo, la posta in gioco è molto più alta e il triangolo amoroso raggiunge l’apice.
K. Stewart In questo segmento della storia credo che Bella finalmente riesca a capire, riesca in un certo senso a prendere una decisione: anche se nei due episodi precedenti sembrava che lei fosse giunta a quella che era la decisione definitiva, è qui che in realtà arriviamo veramente al momento finale. E proprio perché sembra qualcosa di molto più realistico (anche perché poi successivamente si sposerà e avrà dei figli), qui si trova il momento in cui finalmente compie una scelta, in cui è come se aprisse gli occhi e vedesse questo suo migliore amico come qualcuno che le può offrire qualcosa di più, mentre fino ad ora il triangolo amoroso era stato un triangolo con due soli lati, a causa del rapporto impari.

Catherine Hardwicke, Chris Weitz e David Slade: tre registi di grande personalità cinematografica. Cosa si è modificato nel vostro modo di recitare, sempre se ciò sia accaduto?

K. Stewart Ovviamente il processo è diverso, trattandosi di un altro regista, perché quando si parla di un regista naturalmente si descrive una persona, un essere umano con il quale ti rapporti in maniera differente. Credo poi che in ogni film il regista sia stato veramente quello giusto. In questo caso specifico non è facile dire cosa sia cambiato, anche perché ogni pellicola ha presentato delle sfide differenti. Sicuramente David ci ha fatto lavorare sodo perché, se avessimo avuto lo stesso regista per tutti e tre i film, probabilmente sarebbe stato per noi più facile adagiarci, diventare un po’ più pigri, poiché magari si poteva ritenere che i vari aspetti erano stati già ponderati e analizzati. Invece David è uno che vuole ripensare e rivedere tutto.
T. Lautner Beh, penso che Kristen abbia riassunto il tutto molto bene e sono perfettamente d’accordo con lei. Comunque ormai sono due anni che interpretiamo Bella e Jacob, quindi siamo un pochettino abituati al punto di vista dei nostri personaggi, per cui sicuramente avere l’opportunità di lavorare con registi diversi ci ha permesso di avere una nuova ottica, di metterci in discussione, e questo a me è piaciuto molto.

Che cosa c’è di diverso nei vostri personaggi? E poi parlate di azione: c’è violenza, molta adrenalina: come vi siete preparati a questi scontri e che cosa ne pensate?

T. Lautner Jacob ha subito una cambiamento veramente incredibile nel corso di tutta la serie: in Twilight era un ragazzo simpatico, alla mano, che non presentava alcun tipo di problematica, mentre in New Moon invece abbiamo assistito all’inizio della sua trasformazione, al suo diventare una persona nuova; in Eclipse invece diventa molto più maturo, comincia ad affrontare i suoi problemi e diventa una persona nuova.
Dal punto di vista dell’azione non è che abbiamo fatto granché di emozionante, perché ogni volta che vi era una scena di tale genere ero trasformato in un lupo, che ovviamente veniva realizzato in computer grafica; intanto Kristen di solito se ne stava seduta all’angoletto e vedeva noi che ce le davamo di santa ragione!
K. Stewart Bella mi è piaciuta molto fin dal primo film, ma in questo si modifica tantissimo perché in Twilight lei si abbandona, si lancia in un qualche cosa che è assolutamente ignoto. E per affrontare un’esperienza del genere è necessario essere pazzi. Mentre al contempo abbiamo questa storia d’amore perfetta e idealizzata, appartenente al mondo della fantasia ma che, a un certo punto, deve diventare umana, reale, concreta. E credo che sia proprio in questo film che lei finalmente apre gli occhi. La mia responsabilità come attrice è stata quella di trasformarla in una persona adulta: lei comincia che è ragazzina e mano a mano cresce.

Visto che è stato recentemente confermato che Breaking Dawn verrà diviso in due film, mi chiedevo che cosa ne pensavate di tale scelta e quali pensavate saranno i vantaggi per i vostri personaggi poiché, molto banalmente, ci sarà il doppio del tempo per poterli approfondire.

K. Stewart Evidentemente quando si tratta di raccontare una storia che è molto ricca e la si condensa in un film, non è facile riuscire ad andare oltre quella che è la superficie. Invece quando hai la possibilità di interpretare un personaggio in più episodi, questo ti consente di esaminarlo e di presentarlo da tutte le parti, con tutte le sue sfaccettature. Ma, nel caso di adattamento di un libro, purtroppo le sfumature vanno perdute. Invece quando hai più tempo l’interpretazione del personaggio diviene più ricca e anche più divertente. Spezzettando il film ci è stata data l’opportunità di scendere un pochino più nei dettagli. Ad ogni modo non posso essere più specifica di questo perché devo nel frattempo interpretare anche un altro film, quindi non potrei dire molto di più. Quello che posso aggiungere è che non vedo l’ora di cominciare.
T. Lautner Beh, devo dire che è già difficile cercare di condensare i tre libri in film della durata di due ore. Penso che fare lo stesso anche per Breaking Dawn sarebbe stato letteralmente impossibile. Tuttavia non abbiamo ancora visto una sceneggiatura e inoltre siamo impegnati in altri progetti. Comunque penso si tratti dell’unico modo per coprire tutto il materiale che è a disposizione.

Visto che questa serie è amatissima dai giovani e dai giovanissimi, vorrei chiedere che messaggio vorrebbero che arrivassero a questi ragazzi attraverso i loro personaggi. E poi vorrei chiedere se vogliono dirci qualcosa sui progetti cui hanno appena accennato.

K. Stewart Credo che fondamentalmente la ragione per la quale molte ragazzine amino Bella è perché, anche se in fondo lei può essere strana, è una che tutto sommato sa il fatto suo, è determinata, commette un sacco di errori però poi sa come affrontarli, perché comunque nella vita quello che conta non è tanto quanti errori commetti, ma il modo in cui poi affronti i problemi. E lei impara presto dai suoi sbagli. È una ragazza forte, secondo me è proprio una ragazza fica!
Per quanto riguarda i progetti, sto per interpretare On the Road diretto da Walter Salles, naturalmente tratto dal romanzo di Jack Kerouac.
T. Lautner Non penso che questi film siano esclusivamente per un pubblico di giovani: penso che gente di tutte le età vi si possa in qualche modo relazionare. Certamente non posso negare che non abbiamo tantissimi fan giovanissimi. Comunque quello che spero è che i giovani possano prendere tante cose da tutti i personaggi. Cercando di concentrarmi essenzialmente su Jacob, posso dire che lui è molto determinato, sa cosa vuole, non è pronto a rinunciarci e lotta per avere quello che desidera, è uno che lavora sodo e io lo ammiro molto per questo.
Adesso mi sto preparando, perché fra un paio di settimane inizierò le riprese di Abduction, un film di azione-thriller diretto da John Singleton. Sono molto emozionato: mi sto concentrando e allenando per questa interpretazione.

Questo successo straordinario come cambia le vite di due ventenni che vengono assaliti dai fan e che sono costretti a girare con imponenti guardie del corpo? Tutto questo diventa eccessivo per la vita di un ragazzo?

T. Lautner Penso che sia lecito dire che le nostre vite sono cambiate tantissimo a causa di Twilight. Però forse il mutamento più grosso è dato dal fatto che ormai abbiamo la possibilità di fare quello che amiamo. Ovviamente sì, poi c’è sempre il rovescio della medaglia: i media che ti assalgono e la privacy che viene messa un po’ alle strette, però nella vita ci sono i pro e i contro in tutto; qui penso che ce ne siano di più e che, alla fin fine, bisogna adattarsi ed essere un pochettino più furbo e intelligente nei termini di quando, dove e cosa fare.
K. Stewart Sono d’accordo con lui. Penso si debba semplicemente essere un pochino più coscienti e consapevoli di se stessi, quindi non è che si debba cambiare chi si è o quello che si fa: semplicemente bisogna farlo in maniera diversa. D’altra parte noi come attori siamo stati messi nella posizione ideale, perché ci troviamo nella condizione di scegliere quello che vogliamo fare mentre, se non avessimo avuto questo lavoro, non avremmo avuto una simile opzione. Quindi fondamentalmente facciamo quello che ci piace, per cui tutto sommato non vi è granché da modificare.

Per la signorina Stewart: il fatto di essere famosa in tutto il mondo grazie all’interpretazione di Bella non pensa possa tenerla imprigionata in questo personaggio, cosicché possa poi essere difficile risultare credibile in un altro ruolo? Come reputa poi il mestiere dell’attore?

K. Stewart Da una parte è molto lusinghiero pensare che le persone non riescono a pensarmi diversamente, che non riescono a mollare me come Bella, perché significa che l’ho interpretata bene, rendendola molto credibile. D’altra parte non è che nel mondo siano tutti fan duri a morire di Twilight. Però ho già compiuto delle scelte al di fuori di Bella tra un episodio e l’altro, scelte di altro genere, un qualcosa che continuerò a fare.

Una domanda per Taylor. La saga di Twilight ha dato una grande spinta all’immaginario del mostruoso, del gotico: vampiri e licantropi ora si trovano in innumerevoli film, fumetti, videogame, anche se nella rappresentazione che ne viene data nella saga i personaggi non hanno un aspetto palesemente mostruoso; anzi spesso e volentieri ciò viene molto edulcorato, mentre in altri prodotti come Wolfman, per quanto riguarda i lupi mannari, si è ritornati a un archetipo molto più classico. Lui come si pone verso questa doppia anima della rappresentazione del mostro nel cinema e nell’immaginario contemporanei?

T. Lautner Ad essere sincero non ho mai pensato a me stesso come a un licantropo mentre ero impegnato nelle riprese. Penso che se venissero eliminati l’aspetto appunto dei licantropi e dei vampiri, la storia tutto sommato sarebbe la stessa; anche i personaggi sarebbero gli stessi. Questa è una cosa abbastanza difficile da elaborare, da pensare. Io penso a me stesso semplicemente come a Jacob, questo ragazzo che è innamorato di Bella e che, però, deve vedersela con un altro che, poi, tutto sommato non è tanto malaccio! Per me trovarmi in questa situazione è un onore, però penso che la maggior parte dei meriti debbano essere dati ai personaggi e non tanto a noi attori.


Recensione di Eclipse


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